Il Messaggero

Il gruppo romano ha inciso un nuovo cd

Masoko: “Il lato leggero delle note”

Non sono soltanto bravi, svegli e pieni d'ironia: si muovono con grande disinvoltura nel rock, o meglio in un'intelligente mix di rock, pop, new wave e canzone d'autore, una ricetta condita con testi tutti in italiano, la giusta dose di punk, un pizzico di dance e soprattutto molto gusto per il divertimento. Se continuano così prima o poi rischiano di fare un sacco di quattrini perché i loro brani non hanno nulla da invidiare a quelli dei gruppi che stanno in hit parade, anzi spesso sono più saporiti e molto meno studiati a tavolino. Insomma hanno capito tutto, e il confine fra la loro attuale situazione di “gruppo emergente” e la popolarità si fa ogni giorno più sottile.
Parliamo dei Masoko, la quinta delle giovani band romane del nostro viaggio tra le formazioni che suonano con successo nei club della città ma ancora aspettano di fare il salto definitivo. Sono quattro musicisti romani, o meglio due romani autentici e due d'adozione, ci sanno fare, danno concerto godibilissimi e il primo ingrediente delle loro performance (vi ricordiamo che ben sapendo come si fanno i dischi andiamo a sentire le band rigorosamente dal vivo) è una sorpresa senz'altro rara: sono meglio live che nei pur ben curati cd. “Quando andiamo a uno spettacolo vogliamo divertirci: uno show dev'essere fatto con tutti i crismi, perché se paghi un biglietto in cambio devi avere qualcosa”, dicono. Rovesciando questo sano principio dello show business i Masoko (il vocalist Davide De Leonardis, il chitarrista Alessandro La Padula, la bassista Ivana Calò e il batterista Simone Ciarocchi) hanno creato la loro regola base: “Quando facciamo un concerto vogliamo divertirci, e non ci riesce difficile perché suonare è in assoluto la cosa che ci piace di più”. Che cosa offrono, con esattezza? Difficile spegarlo però loro ci provano.
“Tutto, a conti fatti, dipende dalla musica che abbiamo ascoltato: da Lucio Battisti a Enzo Carella, dai Police ai Cure, dai gruppi dark e post punk amati da Ivana alle band inglesi - dicono - Mescolate tutte queste cose, aggiungete molta ironia, perché senza ironia è impossibile vivere, e il risultato che verrà fuori sarà la voglia di raccontare il lato leggero delle cose in maniera seria ma assolutamente non seriosa”. I brani dei Masoko (il nome della band e il titolo del loro primo disco Masoko Tanga, vengono proprio da un pezzo dei Police) parlano dei temi più ricorrenti, del rapporto con le ragazze ai turbamenti e ai pensieri di tutti i giorni, e i testi nascono dalla loro vita in comune. “Sono gli scherzi che facciamo tra noi, le battute che ci diciamo. Trasformarle in canzoni non è una fatica, ci viene naturale, e fin dagli inizi abbiamo capito che se le cose le studi troppo rischi solo di rovinarle”.
Molti dei loro pezzi prendono corpo in sala prove, magari partendo dallo spunto di una frase detta cinque minuti prima, altri nascono per voce e chitarra e poi vengono sistemati, i testi spesso sono legati ai passaggi armonici. “
Quello che ci affascina è l'ironia del surrealismo, il fascino degli opposti”, spiegano. Qualche frammento di testo? “Ragazzi, non potete ossessionarvi troppo se avete paura di fare brutta figura: a volte non basta indossare una cravatta, per fare colpo ci vuole molto molto di più”, “Ho tutti i miei comfort per essere felice, ho tutti i miei comfort per non pensare più a te”, “Sono molto più cool di te non chiedermi perché. Molto più cool”, “Un buonamico mi vuol bene ma soprattutto male, un buonamico se tossisco e non respiro non gli importa e mi passa un tiro”.
Inappuntabili sul palco, sempre eleganti e con cravatta, i Masoko hanno un bel nuovo album intitolato Bubù7te, tredici brani di nervous-pop pubblicati su etichetta Snowdonia. Lo trovate in tutti in negozi e comunque sul sito www.masoko.too.it. Per andare al loro prossimo concerto (l'altra sera erano applauditissimi al Circolo degli Artisti) tenete d'occhio la rubrica qui a fianco.

Fabrizio Zampa