Blow Up n.85 - Giugno 2005 Entrare nel mondo delle Allun vuoi dire lasciarsi prendere da un vortice d'immagini e suoni senza tregua, dove il tempo passa tra voci esaltate, giocose, mostruose o graffianti. Vuoi dire anche saper trovare il tempo e la disposizione d'animo per abituarsi ai loro colori e ai loro sbalzi d'umore, frequentarli e imparare ad amarne gli sfasamenti di ritmo, ascoltare queste incantate canzoni per prestare attenzione a un universo creativo straripante che non trova pace, dando ascolto anche al lato più femminile di sé dove si mescolano sogno e disillusione, cicatrici e slanci irrazionali: perché il mondo disegnato oggi da Stefania Pedretti e Natalia Saurin nasce anche dal portare alle estreme conseguenze tutta una serie di aspetti della femminilità spesso fin troppo stereotipati, in primis bellezza e moda. Dallo stereotipo le due ricavano parossismi, visioni deliranti di volta in volta scanzonate, irriverenti o venate di malinconia. Il tutto senza mai perdere di vista un desiderio esuberante di offrire le proprie visioni, che trova nel momento performativo la sua dimensione ideale. Oggi un'esperienza come quella delle Allun si pone accanto a tutta una frangia della creatività contemporanea che volge lo sguardo alle ibridazioni tra fiaba e incubo, tra infanzia e isteria, un underground che pullula di vitalità e che negli ultimi anni è venuto allo scoperto anche in contesti artistici più istituzionalizzati: pensiamo ai fumetti deviati di Royal Art Lodge, alla grafica di qubogas o agli scarabocchi tinti d'oscuro di Kim Hiortoy, tanto per menzionarne alcuni. Come per gli artisti appena citati, anche la creatività delle Allun si manifesta trasversalmente a una serie quasi illimitata di linguaggi: non soltanto musica e performance ma anche grafica, disegno, moda, video, cucina... Il loro continuo rincorrere le forme espressive più disparate prende oggi la forma di "Onitsed", un cd+video+bookiet che è quanto di più vicino alla furia travolgente dei loro live o almeno ne suggerisce la poliedricità e l'impatto disarmante, mettendo a contatto dimensioni creative diverse che trovano tangenze proprio nel loro confondersi. Con il loro armamentario di strumenti-giocattolo, radioline, chitarra e violino, oltre a numerosi altri apporti musicali esterni e alla voce di Stefania che già riempie del suo distorto ansimare e della sua provocante presenza metà degli Ovo (il duo con Bruno Dorella), dal 1988 le Allun hanno dato alla luce tre dischi lavorando sempre di più sull'aspetto performativo della loro vicenda. A sentirle parlare, è nettissima l'impressione che per loro stare sul palco è vitale come il respiro. Ci ha raccontato Stefania: "Sia io sia Natalia siamo soprattutto per i concerti, vogliamo avere contatto con la gente e vogliamo che loro ci sentano ma anche che ci vedano e che ci percepiscano con più sensi possibili. Ora per la prima volta proponiamo un concerto in cui sono presenti pezzi del disco, non proprio uguali perché noi improvvisiamo sempre ma riutilizzandone alcune basi. I concerti stanno prendendo una forma ancora più performativa, sono sempre di più una via di mezzo fra musica e teatro... Io amo la musica! Adoro fare concerti anche se volte non si è nelle migliori condizioni, quando inizio a suonare tutto ciò che mi circonda scompare e pongo attenzione solo a me e a Natalia o Bruno: ci si fonde. Vivo la musica e il suonare come qualcosa di istintivo... Le Allun sono il gruppo con cui ho scoperto di poter fare musica, che mi fa sfogare totalmente la mia creatività e che si è formato da grandi amicizie. Gli Ovo è l'amore, un gruppo nato perché io e Bruno volevamo iniziare finalmente a suonare insieme, girare il mondo suonando” Aggiunge Natalia: "Il mio approccio al fare musica e stato molto ingenuo e puro, mi fa anche ridere definirmi musicista anche se alla fine una 'tecnica per suonare frullatori e giochini vari l'ho acquisita... Quello che più mi piace delle Allun è la componente visiva/performativa e l'approccio disincantato verso la musica... non mi metterei mai a suonare una chitarra nel senso classico del termine. "Sin dagli inizi le Allun intitolano i loro dischi scrivendo parole o espressioni al contrario: "Et sise", "Onussen": ora è la volta di "Onitsed", destino, quello che accomuna Stefania e Natalia: "Abbiamo scelto questo titolo per motivi precisi e un pò romantici: siamo nate lo stesso giorno, frequentavamo lo stesso asilo e la stessa scuola ma sempre senza conoscerci, alla fine ci siamo trovate su un treno mentre andavamo a un concerto... Ormai ci conosciamo da più di dieci anni e mai avremmo immaginato di fare un disco e di rimanere nelle Allun da sole!" "Onitsed" è un fulminante impasto di visioni nato dalla voglia di realizzare un video, a testimonianza ulteriore dell'obliquità espressiva delle Allun. Sinfonia n. 1. Due bambine nel bosco dà il la a tutto il disco: una cantilena infantile è inghiottita da un magma sonoro spietato, il tutto reso ancora più ossessivo e pastoso dalle manipolazioni elettroniche di a034 (una metà dei Lava con Bruno Dorella). La traccia video omonima ci proietta in un mondo popolato da strani esseri, intriso di suggestioni a metà tra fiaba e incubo. La voce mangiucchiata e sbilenca in Sonata n. 3. !otnemidart sembra emettere un suono primitivo, antecedente a ogni tipo di articolazione linguistica, accompagnata da un pianoforte sgangherato e da un vortice di suono poi affinato in pure frequenze e balbettii. Ma è nel secondo brano del disco, Suite n. 2. Le Belle Addormentate, che l'esuberanza delle Allun (complici di nuovo a034 e Silvia Grosso, ex bassista dei Larsen) trova il suo sfogo più compiuto: una lunga suite che è il cuore dell'album e che racchiude in sé momenti assai diversi tra loro. hiude in sé momenti assai diversi tra loro. Rigurgiti di electronics, vocine e cantilene, un recitare che sembra attraversato da scosse di corrente elettrica o dalla lucidità estrema del delirio, tra samples improbabili e momenti di impalpabile tristezza, il tutto sovrastato da un suono sempre più contorto e indomabile. Stefania: "Come gli altri dischi Onitsed non è stato molto pensato, è sempre scaturito dall'improvvisazione, anche se le basi già le usavamo nei live. Le collaborazioni e i pezzi stessi non sono nati dall'idea di usare le musiche per un disco, ma per i concerti. Avevamo deciso di fare un video, siamo andate a registrare e invece di limitarci solo a un pezzo abbiamo realizzato un album. L'idea del video era quella di confondere la realtà o forse di farla scorgere attraverso gli occhi di due bambine. Quello che ci piaceva sottolineare era il ribaltamento dei ruoli: in teoria le aliene avrebbero dovuto essere le cattive inseguitrici, invece lo erano le bimbe. Le due registe hanno inventato una storia partendo dell'idea di girare con due bambine, prendendo spunto da una performance che precede i live dove io faccio l'aliena e Natalia l'uomo-animale, nella quale si assapora un atmosfera di caccia, di paura, la visione di un possibile diverso inizio del genere umano... Nel secondo brano era Natalia a dettare la dinamica, inserendo le musiche quando voleva a mia totale insaputa, cambiando continuamente le basi e riproponendo parti di alcune utilizzate in precedenza. " Natalia: "La registrazione è stata come un concerto, tutto in un soffio... La continuità del secondo pezzo e incredibile, sembra quasi studiato... ha stupito pure noi! Questo senso di stupore è una delle cose che mi piace di più delle Allun." Nella Milano dove trend e moda rasentano la religione, le Allun hanno sviluppato una forma di anti-fashion che rende grotteschi e divertenti al tempo stesso i rituali standardizzati della moda, imbevendoli di deviazioni immaginifiche. Fashion Allun è un progetto documentato nel curatissimo booklet che accompagna "Onitsed", necessario complemento all'estro tentacolare del duo e proiezione verso la moda intesa come creatività homemade. S: "Le sfilate sono nate nel 2001: inventavamo sempre nuovi vestiti per i concerti, così ho iniziato a pensare 'perché non farne una sfilata?'. In Fashion Allun ogni modella crea il proprio vestito e ne trae un personaggio e un'azione: quando sfila interpreta il suo vestito, creando una fusione fra l'abito, quello che rappresenta e quello che fa. I vestiti sono creati con attitudine Allun, riciclando e trasformando materiale impensabile. " N: "Fashion Allun punta molto sulla creatività delle diverse modelle, c'è un nucleo principale (noi due e Francesca, una delle registe del video), le modelle più o meno fisse e le novizie, che per la prima volta si trovano di fronte a un pubblico. Il fatto di essere travestite, sommato all'adrenalina, dà risultati inaspettati e positivi... Il fatto di essere un progetto al femminile da una forte connotazione alla performance: c'è molto istinto e incanto, gioco e critica. Le modelle non hanno niente a che vedere con i canoni richiesti dal mercato, si vestono di spazzatura e sfilano in modi assurdi. Attingiamo molto al cosiddetto universo femminile e calchiamo la mano fino a diventare a volte grottesche. Critichiamo l'immagine diffusa dai media dove la donna, se non è casalinga, è manichino o bambola." Dal 2003 Stefania porta avanti anche una performance solista, ?alos, in cui impersona una donnina sola e sognatrice che si prepara una cena a lume di candela, inframmezzando la preparazione del piatto con delle canzoni e finendo con il coinvolgere il pubblico, "?alos ruota intorno all'idea di solitudine, del cucinare per sé (una cosa in passato rara, se non impensabile) e di mangiare sole o perché si vive da sole o perché si condivide una casa ma non si mangia mai tutti insieme o perché divorziate o per tanti altri motivi. Spesso dopo i concerti molte ragazze mi hanno detto che si sono molto rispecchiate nella performance. Oltre che della solitudine ?alos vuole anche trattare del prendersi cura di sé e di amarsi anche se si mangia soli. E il piatto è rigorosamente vegetariano!... Rispetto agli inizi, "continua Stefania, "penso di essere maturata: il mio atteggiamento, la mia attitudine è rimasta uguale ma dopo otto anni di concerti tenuti fittamente (lo scorso anno ne ho fatti più di cento) penso di essere cresciuta e purtroppo anche di aver imparato a suonare, nella mia maniera ma ora so totalmente cosa faccio anche quando improvviso." Daniela Cascella |