Di Luigi Porto sappiamo poco, solo che lavora negli USA, ha pubblicato un po' di anni fa un disco a nome Appleyard College e ha collaborato con i Maisie per il loro Balera Metropolitana. La stessa Snowdonia ci segnala questa sua uscita, co-prodotta assieme all'austriaca Cineploit Records – piuttosto complessa da decifrare per la verità – che serve ad accompagnare un film non ancora uscito nelle sale: “L'Apocalisse Delle Scimmie”, del re per eccellenza dei dropout italiani, Romano Scavolini (i cinefili più informati conosceranno bene le sue stranissime pellicole, tipo “La Prova Incerta” e “A Mosca Cieca”, passate anni fa su Fuori Orario nella serie “Eccentrico Italiano”, e della sua missione hollywoodiana di inizi Ottanta come regista di Nightmares In A Damaged Brain). Questo per sottolineare che si tratta sì di uno score, ma che contiene al suo interno vere e proprie composizioni “autonome”, dunque non è peregrino pensarlo anche come album tout court. Dicevamo dei pezzi: posto che Scimmie è diviso in tre movimenti, va detto che non mancano episodi pop veri e propri, anche se parecchio dissonanti, vedi la morriconiana “Cecilia O La Danza Spinata” o la partitura di chiara matrice horror “Ouverture”. Ci sono pure incursioni nel mondo hip hop con la livida “Distaste II”, in collaborazione di Mr.Dead (degli Antipop Consortium) e riverberi quasi folk nella drammatica “Casal Bruciato”. Detta cosi può sembrare un calderone con dentro mille ingredienti, e in fondo di questo si tratta, solo che c'è un filo sottile che tutto lega senza far perdere mai il significato profondo di queste “musiche/mondo”. Lavoro di non facile fruizione dicevamo. Vivamente consigliato ad ascoltatori coraggiosi e caparbi collezionisti di uscite meno scontate del solito.

Maurizio Inchingoli