Non sono poi tanto sicuro di riuscire a rimanere con la testa in questo mondo, non sono certo di affrontare tutto razionalmente, anzi, voglio spaccarmi di sensazioni contrastanti durante l'ascolto di Scimmie di Luigi Porto. Una colonna sonora per il film L'Apocalisse delle Scimmie del regista Romano Scavolini. Il compositore italiano Luigi Porto (Appleyard College, Maisie) mette subito in chiaro il fatto che Scimmie non è cosa facile da ingerire, ci vuole un'attitudine spensierata alla sperimentazione per lasciarsi trapassare l'intestino, tanta tanta roba dentro un concept capace di esprimere sonorità innovative che vanno dal canto popolare al Rap. Niente è scontato, niente è semplice, tutto il complesso risulta impeccabile nonostante il granitico approccio. Molteplici le collaborazioni da menzionare, il cantante di protesta Rudi Assuntino, il rapper Mr. Dead, il polifiatista Mirko Onofrio, il coro gospel Soul Sigh Gospel Choir, il soprano Carmen D'onofrio. Una varietà di genere da perderci la testa, una consapevolezza di sperimentazione che gioca sul filo della pazienza, siamo sinceri, ci vuole parecchia attenzione per ascoltare Scimmie . Il caos mentale causato dall'opener “Distaste” sembra venire dalla penna di un ispirato Thom Yorke, palpitazioni incontrollate, scimmie che vengono dall'inferno, le atmosfere sono dannatamente affascinanti. Stessi ambienti scuri nella popolare “Cecilia o la Danza Spinata”, Rap proveniente dalla Brooklyn anni novanta in “Distaste II”. Il filo conduttore rimane sempre melanconico ed infuocato, anime dannate in permanente pena, non si sorride quasi mai, in fondo la bellezza non si racchiude nella tristezza? Tutto le cose viste sotto una luce scura, non si gioca mai con i bagliori della rinascita, la speranza per Porto è sempre la prima a morire e razionalmente devo dargli ragione. Se cercate dei colori questo disco non è proprio nelle vostre intenzioni, se la vostra ricerca invece è culturalmente elevata ma dai contorni bui allora Scimmie è proprio quello che stavate cercando. Il disco nel frattempo suona ossessivamente bene. Il cuore non riesce a pulsare come dovrebbe, ognuno di noi nasce, cresce e muore nelle note scritte da Porto, un concept che sembra seguire le fasi principali della vita fino alla morte. Una tecnica compositiva superlativa, riesci ad immaginare circostanze fantastiche, tutto sembra maledettamente reale e la differenza tra finzione e realtà viene collocata sopra una sottilissima corda. Questa corda inevitabilmente si spezza e la finzione prende il posto della realtà. Scimmie conquista prepotentemente posto tra i dischi migliori di questo 2014, un disco che sfiora la follia intellettuale, Luigi Porto non ha niente da invidiare ai colossi della grande musica d'autore. Prendete e mangiatene tutti, un dramma musicale da consumare con estrema attenzione e voracità. (8,5/10)

Riccardo Merolli