Liquido. Etereo. Infinito. Metallico. A tratti sembra di stare dentro lo show di Truman, mi aspetto da un istante all'altro di battere la testa ed il cuore contro l'ultima canzone. E invece il lettore riprende dal primo brano ed è come se non vi fosse mai fine. Andrea Tich torna in scena con un disco assolutamente fuori dai tempi e dalle mode. Un doppio disco, come accadeva anni e anni fa per quelli davvero famosi che giravano il mondo… o comunque capitava spesso, quando il disco era una merce in vendita e un bene prezioso da acquistare. Oggi un doppio disco quasi non lo trovi più, almeno di certo non è così scontato. Così Andrea Tich: “Sono molto dispiaciuto che la crisi del disco abbia quasi annullato, quello che per me è fondamentale, quando ascolto e tocco con mano l'involucro “casa” di un disco che mi piace o che mi incuriosisce, provo quello che penso tanti altri provano, leggere i testi, le didascalie, i nomi dei musicisti, sento il profumo della confezione, il disegno, le fotografie i colori… insomma tutto. Continuo a pubblicare su supporto tradizionale (oramai anche il CD è passato a questa definizione) e lo dedico a tutti coloro che amano la fisicità dell'oggetto che genera musica ma anche arte grafica. Io curo sempre le copertine dei miei dischi, appartengono al mio lato grafico che mi ha sempre accompagnato sin dai tempi in cui pubblicai “masturbati”. Quindi evviva la musica da ascoltare ma anche da guardare.” Questo doppio disco si intitola “Una cometa di sangue”, pubblicato da Interbeat e Snowdonia. Sono 24 tracce di sana elettronica d'autore (potessi coniare questo termine lo farei in questo istante). Parliamo di un Battiato prima stagione, così ci capiamo subito. Parliamo di un cantautore che si concede il lusso di arrivare a tutti con un testo spesso immediato, forse lo è troppo a volte che quasi rasenta codici adolescenziali. Ma oltre questo esiste un universo parallelo fatto di suoni e di arrangiamenti finissimi, di synth tra suoni e colori rumorosi che restituiscono gusto e spazialità che mai annoia, piuttosto anestetizza lo stress e riconsegna alla pace di un letto caldo per la notte. La voce di Tich non è mai sola con se stessa, ma spesso corale come nel primo bellissimo brano dal titolo “Biodiversi” oppure arricchita di Flanger e Chorus metallici come in “Parallasse secondo me”. Continua Tich: “Nel mio DNA c'è il segreto che genera quello scrivo, canto e suono. In effetti quando compongo le mie canzoni è quasi impossibile non staccarsi dalla realtà, tranne quando mi rendo conto che le ore passano e magari ho qualche commissione da fare, altrimenti mi lascio trasportare dalla musica, quasi come Morfeo nell'attimo in cui passiamo dalla realtà al sogno… amo questo stato mentale, è la parte più stimolante e creativa." Ascoltandolo non mi stupisce in alcun modo vedere oggi Andrea Tich tra le righe della Interbeat sapendo che a guidarne la giostra c'è Luigi Piergiovanni in arte ROSYBYNDY, forse uno dei più interessanti cantautori elettro-pop che abbiamo in Italia. Voto 7/10 Marco Vigliani |