I 3 fingers guitar sono Simone Perna, ovvero i The Birthday Party, solo italiani, solo senza il Re, solo senza sua maestà Nick Cave, solo senza Mick Harvey, solo con una chitarra, loop e batteria, solo con Simone Perna, solo con personalità, solo con tanta personalità, come quando il post-punk abbraccia il cantautorato, come quando il post-punk abbraccia il folk primordiale, come quando il noise galleggia sulla canzone, si alza Capovilla, i social network fanno cagare, meglio cancellarsi, tanto poi ritorno, non temete, nessuno spavento, nessun dramma, nessun dorma, vincerò da solo e voi tutti fermi al palo, fermi, incollati a guardare chissà che, si salvi chi può, svegliati, io senza caffè muoio. Simone Perna scarno, nudo, essenziale, minimalista, sprucido, elegante, spigoloso, violento, poetico, l'urlo di Savona, Savona canta, Savona parla, Savona grida. Simone Perna, già batterista di Viclarsen e Affranti, giunge al suo terzo album solista, “Rinuncia all'eredità”, il primo cantato/narrato in italiano, il primo con Snowdonia Records, una vasta gamma di etichette discografiche, le coproduzioni amorose, facciamolo tutti insieme che è più bello, che è più eccitante, che dura di più, all you need is love, orgasmi multipli, trentacinque minuti, sette tracce, tensione altissima, il concept album, il padre, il figlio, due generazioni, due mondi paralleli, il fortissimo silenzio, le incomprensioni, storie di vita quotidiana, il sangue, solo questo, null'altro, il gelo, rinuncio a tutto, Simone Perna disegna traiettorie, curve, disegna parabole discendenti (“L'unica via”), percorre vicoli ciechi, percorsi tortuosi, in salita, una bordate in agrodolce sul finale della title track. “Rinuncia all'eredità”, Simone Perna, 3 fingers guitar, trentacinque minuti, sette tracce, come prima, lui, la voce, la chitarra, la batteria, loop infiniti. A bocca aperta, bravo, sei bravo Perna.

Francesco Diodati