Cantautorato e post-punk, con relative ramificazioni. Correnti solo apparentemente inconciliabili, eppure, quando si vuole, tali da incrociarsi e dar luogo a qualcosa di proprio. Simone Perna, mente principale di 3 Fingers Guitar , è uno di quelli che hanno capito bene il tutto, anche quando c'è da trattare a modo proprio il rapporto tra padre e figlio. “Rinuncia all'eredità“, appunto. Una regola a cui l'artista tiene fede già dall' Ingresso con cui si apre l'album, composizione che potrebbe essere l'ideale incontro tra art, math-rock e no wave, in una metamorfosi tra lo spoken word di Perna ed una sezione ritmica frenetica e caratterizzata da accenni di stampo tribale. Così come P. è la cronaca di un amore atipico, vomitato con una veemenza più faturista che ferrettiana su un noise metallico, Riproduzione si abbandona ad un vortice fatto di ispirazioni fugaziane, mentre la pacatezza di Fuga , unico momento prettamente d'autore, fa da stallo attraverso cui concedersi una boccata d'ossigeno. Ma è soprattutto nelle situazioni più intricate, rappresentate dal crescendo assassino della title track, ma soprattutto da una L'unica via la cui linea introduttiva di basso lascia spazio ad otto minuti di blues suburbano trainati da una chitarra memore persino di certa new wave, che “Rinuncia all'eredità” graffia lasciando un segno indelebile. E salmodiare sulla Fine del disco significa allontanarsi per quello stesso corridoio da cui si è passati, con la consapevolezza di aver fatto un album da non lasciare in disparte, sempre più avvincente, ascolto dopo ascolto. |