3 fingers guitar è il nome del progetto musicale di Simone Perna. Rinuncia all'eredità è il titolo del suo primo disco in lingua italiana. In caso di cattivi pensieri, riguardanti presunti calcoli di convenienza e fruibilità dietro a questo cambiamento comunicativo, basta ascoltare l'album per cambiare immediatamente idea e cogliere l‘esigenza espressiva che anima questo concept.

Sette tracce incentrate sul tema del rapporto padre-figlio, un insieme di visioni contorte, stimoli e scatti nervosi per una narrazione che scava negli abissi materici della carne e del sangue: amore e odio si inseguono e si confondono, incontrando paure e ombre, scontrandosi con fedeltà e libertà.
La teatralità del cantato ricorda il primissimo Ferretti, con echi di Fausto Rossi e Juri Camicasca, mentre, nei momenti più urlati e rabbiosi, le assonanze nostrane si possono rintracciare in Six Minute War Madness o Fluxus. Musicalmente, le influenze sono soprattutto d'oltreoceano, riecheggia la scena no wave, il noise e il post-punk, tanti suoni e rumori provenienti dagli Stati Uniti di fine anni Settanta e primi anni Ottanta. I Television in primis, ma si sentono le tracce più disparate, dai This Heat ai Violent Femmes, passando per Fugazi, Red Crayola et similia.
Le soluzioni non sono mai banali, con arrangiamenti sempre suggestivi e regolati sulle atmosfere delle liriche, con momenti più intimi e riflessivi (Rinuncia all‘eredità, Fine) e altri più ruvidi e rabbiosi (Ingresso, Riproduzione). L'unica via è la canzone più strutturata, inizia con un giro ossessivo, naufraga in una chitarra tagliente che evoca un acido e infuocato Tom Verlaine. Otto minuti di puro piacere.
Potrebbe essere interessante leggere il disco di 3fg sul solco dei temi stessi della rinuncia all'eredità e del rapporto padre-figlio; senza pretesa di sviscerare intenti celati dall'autore, ma semplicemente come spunto e pretesto per dare un'interpretazione personale.
La rinuncia all'eredità è una forma di disonore nei confronti del padre, o dei padri, è un peccato, la trasgressione di un comandamento, una forma di disobbedienza in nome della libertà.
Rinunciare a un'eredità è metafora di una rottura e di un salto nel vuoto, l'abbandono di una strada già battuta, certa, sicura e precostituita, in direzione di un percorso proprio, tortuoso e tutto da scoprire.
Ma, come nell'evocato rapporto padre-figlio, anche il rapporto tra 3fg e l'eredità musicale dei padri non è semplice, bensì complesso, stratificato, a tratti sofferto e morboso. C'è una continua tensione dialettica tra un insegnamento che è stato accolto, metabolizzato, fatto proprio e una spinta verso forme di libertà espressiva, ricerca sonora ed esplorazione.
La rinuncia all'eredità è una metaforica, si diceva, un modo essere artisti che è lo spirito dell'arte stessa, ossia un divenire costante e un costante tendere verso qualcosa di altro, che non è la novità per forza, quanto un inarrestabile slancio creativo.
Al di là del gioco di leggere il disco alla stregua dei temi del disco stesso, al di là della (sovra)interpretazione metaforica, ciò che emerge è la volontà di osare, di rinunciare alla semplice strada del già-sentito, nell‘orbita di un lavoro personale di assorbimento, filtro ed elaborazione delle influenze, sempre sottomesse all‘esigenza primaria di realizzare un‘opera che abbia la propria impronta.

3 fingers guitar è un progetto all'insegna dell'autenticità, completamente fuori da un cantautorato troppo spesso diventato di maniera, troppo spesso reiterato con formule sempliciotte che strizzano un occhio al passato e un altro a certe tendenze giovanilistiche.
Dieci, cento, mille dischi così.

Enrico Giani