Li ascolti e ti senti come Uma Thurman in Pulp Fiction, che dopo una sniffata di coca esala il proverbiale "cazzo-che-botta-cazzo". Il debutto degli Unsolved Problems Of Noise (U.P.O.N.) è una mazzata tra capo e collo.
Anche se, nota, specie per chi è cresciuto nei 90, è una mazzata che fa sempre male. “L'Ombra delle Formiche” sciorina una forza d'urto impressionante, concepita dai tellurici dialoghi basso, batteria e chitarra, e resa oltremodo abrasiva dai lancinanti intrecci di sax.
Una volta ascoltata “Le Pecore Elettriche Sognano Gli Androidi?”, è impossibile non rammentare i nostrani Zu, sia per l'uso grasso dei fiati che per la componente heavy . Il pezzo poi, in modo quasi languido, apre al blues e in coda deraglia, richiamando nuovamente il tema portante, che sulle prime sembra “Iron Man” dei Black Sabbath.
In seguito, la posta sale, e se “Il Diavolo A4” richiama i Don Caballero, “Dromotobia” va alla radice di tutto, ovvero i King Crimson di “ Red ”.
Insomma, parliamo di una musica figlia delle evoluzioni hardcore e del suo ammiccare, nel tempo, con noise e jazz. Non nuova, e s'è capito, tuttavia indegno sarebbe ignorarne urgenza e personalità. E soprattutto, oltre al nervosismo (come l' appeal Skin Graft di “Formicazione parte II”), è una musica che sa farsi anche psichedelica, come la sinistra “Dromofobia Parte II”.
Vengono da Genova e sono un trio. E, come si dice dalle mie parti, fanno i buchi a terra. (7/10)
Gianni Avella
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