David Avanzini , Matteo Orlandi , Mattia Prando , con gli U.P.O.N (l'acronimo della band genovese sta per Unsolved Problems Of Noise ), oscillano tra jazzcore e noise. Formicazione (parte 1) accumula energia per poi farla esplodere con chitarra minimalista, affilata come una sega circolare, e sezione ritmica robusta come un panzer. Formicazione (parte 2) strizza l'occhio al free jazz e al prog più contorto e scuro, usando come collante robuste pennellate di basso tipiche del post-metal alla Tool. Una brutale raffinatezza che ritroviamo nelle incandescenze di Le Pecore Elettriche Sognano gli Androidi? , a metà strada tra il Re Cremisi e le avanguardie più angosciate: l'apertura ricorda 21st Century Schizoid Man, ma il lacerante espressionismo del sax ha pure qualcosa di ayleriano. Si riprende fiato soltanto con gli spettrali intermezzi Una Formica da Marciapiede e Born to Be an Hive ; poi si ricomincia con Dromofobia (Parte 1), che inizia meno asimettrica e stridente, ma ci pugnala alle spalle nel finale. Anche in Dromofobia (Parte 2), L'ultimo Grido in Fatto di Silenzio, Il diavolo A4, All Jazz Hera si agitano angosce metropolitane parenti di John Zorn , math rock, il digrignar di denti di gruppi come i nostrani Zu, con occasionali disciplinamenti in fughe strumentali maggiormente lucide. Pesanti, ossessivi, disgregati, ciononostante i brani scorrono perfettamente. Spesso e volentieri, gli U.P.O.N. flirtano con l'atonalità e ci vanno giù pesanti, ma possiedono visceralità e istintività proprie della musica rock latu sensu . Insomma, sanno il fatto loro.

Jacopo Golisano