Siamo tutti colpevoli, nasciamo innocenti ma dura poco. Adombrano un nero cinismo da film polar, con versi sboccati e misantropici agli antipodi del buon cantautore-predicatore che ancora vince a SanRemo, le eccentriche canzoni dell'esordiente Scardanelli, ennesima scoperta dell'indomita Snowdonia. Un po' Waits-Capossela in sedicesimo (con voce meno urlata e personale) e un po' vaudeville satirico da Muppet Show, queste fiabe amare su un presente disfunzionale dove nulla è ciò che sembra (neppure un brano intitolato Voglio sparare al presidente ) biascicano e risputano avanzi di canzone d'autore Sessanta e rock lo-fi, nenie orientali e cabaret espressionista. Un autore perfidamente sferzante, responsabile quasi in toto anche dei volubili arrangiamenti, assolutamente da tenere d'occhio. (7/10) |