Daniele Scardanelli è un folk singer. Daniele Scardanelli è pop. Daniele Scardanelli è un cantautore. Daniele Scardanelli è tutto e niente. L'orchestrina italiana sotto la Mole Antonelliana, sotto il cielo uggioso di Torino, sopra il castello di Racconigi. Lo spazzacamino è tornato. O forse, più semplicemente, non è mai scomparso. Bert, l'uomo di strada. Bert su e giù per la strada. Bert sui marciapiedi. Bert è la puttana. Una battona d'altri tempi. Bert, l'uomo dei camini. Bert il ballerino. Bert il canterino. Bert vive con Mary Poppins, scopa con Mary Poppins, ama Mary Poppins, vola con Mary Poppins. Bert è un signore. Bert, l'uomo con il tipano sul piede. Bert ha le ali, Mary Poppins l'ombrello. Trovate voi la differenza. Il suonatore di Torino.

“Il buon senso spiegato al mio cane”, il debutto discografico di Daniele Scardanelli firmato Snowdonia Records, undici tracce, quaranta minuti, tutto su tutto, niente per niente, il culo al centro del mondo (“non chiedere un mutuo per la casa o l'automobile a un frocio in giacca con il gel e le emorroidi croniche”), Gesù ti amo, la canzone riciclata, imbottita e inghiottita dai ghirigori orchestrali, dalle trombettine, dalle tube, dai pianoforti (“Voglio sparare al Presidente”), mentre una chitarrina elettrica in chiave fuzz (“Sacchi e Kalashnikov”) sale velocemente, a piedi, all'ultimo piano di un grattacielo di ottocento chilometri e alza il lungo, sporco, dito medio, mentre il diavolo s'incazza perché non è stato invitato alla grande festa di Bert, noi vogliamo il blues, il folk, il pop, il rock, vogliamo tutto ma non vogliamo i cazzi mosci, li vogliamo belli rigidi quando il Signore c'inculerà senza vaselina, perché vogliamo godere, vogliamo erezioni su erezioni e soprattutto perché, senza vergogna, vogliamo salire anche noi sul grattacielo, vogliamo danzare, vogliamo volare sui camini, vogliamo alzare le mani e urlare che Daniele Scardanelli è un fottutissimo genietto incompreso, un grandissimo paroliere e musicista che meriterebbe vita eterna, senza reincarnazione, solo vita eterna. Chiamasi immortalità.

Daniele Scardanelli, il Papa senza il Vaticano, il cantautore, “Il buon senso spiegato al mio cane” è un gioiello che luccica, è uno sputo che illumina, è saliva fosforescente, è saliva appiccicosa, limpida, è una fontana chiara un poco dolce un poco amara. Il talento è di cristallo, il cuore pure. Scardanelli nell'alto dei cieli. Sia sempre lodato, amen.

Francesco Diodati