In questi tempi di "soldi, calcio e fessa / fessa, calcio e soldi", per dirla col Guzzanti-massone del caso Scafroglia, le parabole narrate da Scardanelli generano un brivido di piacere sadico e perverso. Quando in Salmo declama su uno swing notturno alla She brings the rain dei Can, "il giorno che il signore scenderà / vi infilerà i sorrisi su per il culo / Da sopra come i cani vi fotterà / senza unguenti con la sua destra", più che un predicatore invasato sembra uno psicopatico travestito da angelo sterminatore, sul tipo del maniaco di Seven impersonato da Kevin Spacey. "Il buon senso spiegato al mio cane" suona come un'operetta dell'apocalisse in cui si raccontano storie che ti auguri di non leggere neanche nei noir più efferati ("Non chiedere un mutuo per / la casa o l'automobile / a un frocio in giacca con il gel / e le emorroidi croniche / Se fossi in te mi procurerei / dei sacchi ed un Kalashnikov / e poi vedere che faccia fa con una canna in gola"), paranoie e ossessioni ("Lo vedi come si riproducono / nelle fessure deponendo / uova trasparenti / Cerca di capirli in fondo è solo che / si preoccupano / per il tuo bene"), fantasticherie canticchiate alla Ergo Phizmiz tutt'altro che rassicuranti ("Voglio abbattere lo stato a fucilate / rimpiazzarlo con un branco di scimmie ammaestrate / Voglio ipnotizzare il papa con un pendolo / Tenere buono il popolo pilotandolo", in Voglio sparare al presidente), ambientazioni Grand Guignol su un incedere da slacker alla Beck (Anestesie), Humor nero in dosi massicce e ambientazioni da cabaret decadente fanno il resto, sulla scia di misteriosi outsider come World/Inferno Friendship Society. Mi chiedo dove li vada a scovare la Snowdonia, ma che Iddio glie ne renda merito. (7/8) |