Potremmo interpretare l'immagine di copertina come un vero e proprio invito all'ascolto di questo “Sofà elettrico”, ovvero quello di sdraiarsi sul divano e perdersi in questi tredici strumentali paesaggi domestici. Non temete, l'“elettrico” del titolo non ci infliggerà quella letale pena di morte in una posizione più comoda rispetto alla sedia, anzi: esso rappresenta più un sostrato che ci terrà felicemente lucidi, pronti a carpire ogni più lieve sfumatura della riuscita e ricercata stratificazione di suoni che il livornese Nicola Sambo incastra in ogni canzone. È un esordio, vero; ma la dimestichezza con la quale l'unico autore delle canzoni si muove tra generi diversi - rock psichedelico, pop, post-rock, kraut, folk indolente, eccetera -, in bilico perfetto tra presente e passato, è emblema di una costruttiva gavetta musicale (già chitarrista nei PAM). Quell'elettricità di fondo emerge fragorosa in superficie soltanto in poche tracce dell'album (nella pixiesiana “Zappaterra” e nel noise di “Feedback”), nelle restanti viene affogata da un'elettronica onnipresente (“La giornata di Cloe”, “Edizione straordinaria” e “Nòvotocco”, questo uno dei brani più riusciti in grado di occhieggiare perfino ai Radiohead di “Amnesiac”), ma sempre arricchita di strumenti tradizionali come tromba, piano, chitarra, flauto e percussioni. Insomma, “Sofà elettrico” rappresenta un eccellente lavoro variegato in grado di evocare tanto Syd Barrett quanto i Boards Of Canada, non perdendo un briciolo di immediatezza grazie a un minutaggio non eccessivo di ogni canzone. Pare che anche dal vivo N_Sambo, accompagnato da vari musicisti, sorprenda positivamente, riuscendo a sfruttare al meglio il potenziale dell'album. Che aspettate ad alzarvi dal divano?

Andrea Provinciali