Ritorno sfarzoso per Andrea Tich , dopo ben trentadue anni. Ovvero, i trentadue anni che separano quest'opera dalla precedente a firma Andrea Tich, ovvero quel "Masturbati" datato 1978 da questo "Siamo Nati Vegetali". Trentadue anni di relativo silenzio, considerato che il nostro è stato indaffarato in una serie di progetti di varia natura, soprattutto colonne sonore per documentari, cinema e pubblicità, collaborazioni, in particolare con Maurizio Marsico, nonché in numerosi contributi sparsi su compilation di vario genere. Filo conduttore tra il precedente " Masturbati " e l'attuale " Siamo Nati Vegetali" è la sperimentazione, un po' kitsch e deviata, a tratti vagamente psichedelica. Più che un LP, "Siamo Nati Vegetali" appare come una vera e propria raccolta, dati lo sviluppo storico e il contenuto voluminoso dell'opera: ben 20 brani concepiti nell'arco di tre decenni, tutti scritti, arrangiati ed eseguiti da Andrea Tich . La personalità dell'autore emerge come un incrocio tra l'approccio cantautoriale del Paolo Benvegnù solista, il pop-folk di Moltheni, le tendenze cosmiche del primo Franco Battiato e l'eclettismo spensierato di Alberto Camerini tra ricerca e sperimentazioni tecnologiche. Il piatto è davvero ricco e Andrea Tich non si fa mancare proprio nulla in "Siamo Nati Vegetali" e si concede anche una digressione progressive rock in "Non Mi Abbandonare". Il risultato è complessivamente buono nel rapporto quantità-qualità. Ritorno davvero gradito quello di Andrea Tich; nella speranza di non dover aspettare altri trentadue anni per il suo terzo LP. (4/5) |