Siamo nati vegetali è l'album del ritorno di Andrea Tich, autore di Masturbati, disco di culto uscito nel 1978 per la prestigiosa Cramps e prodotto da Claudio Rocchi. Tich in realtà la musica non l'aveva mai lasciata, avendo lavorato negli anni a vari progetti (pubblicità, colonne sonore, elettronica) e collaborazioni, come quella con Maurizio Marsico.

L'esordio, in netto anticipo sui tempi, e dalle alterne fortune, portava con sé un discorso musical poetico “di rottura” per i tempi, riguardo musica e testi, con influssi del Frank Zappa a più deviato e psych, nume tutelare del Nostro, insieme a tutte le sperimentazioni dei 70 nell'ambito del pop italiano. Siamo nati vegetali continua quel discorso e insieme costituisce un compendio compiuto della musica fatta finora dal musicista siciliano; il disco è stato realizzato con l'aiuto del fido Claudio Panariello, utilizzando anche vecchie registrazioni restaurate - come svela l'autore - sulle quali sono state operate alcune sovraincisioni vocali e strumentali.

L'album mescola canzone d'autore ed elettronica, richiamando il Franco Battiato inizi '70 (versante musica cosmica tedesca); si accompagna a testi sempre molto acuti e liberi, tra associazioni per immagini, riflessioni di vita vissuta e rielaborazioni, accompagnate da sonorità eteree ma al tempo stesso concrete, in cui la melodia è piuttosto presente. Una concezione di “musica totale”, quindi, che è la chiave di lettura di tutto il lavoro, sia quando si rifà al passato rielaborando prog e pop, che quando si distende in ritmiche un po' più accentuate che sanno di electropop. Qua e là si avvertono richiami di quel cantautorato già citato, da Alberto Camerini a Ivan Cattaneo e al passato recente di uno come Bugo, che ci sembra aver preso da quelle matrici.

Andrea Tich rimane quindi ancora oggi artista inclassificabile e di frontiera più che mai e per questo piuttosto affascinante, fra naiveté congenita ed esagerazione, sfiorando a tratti un kitsch sublime. Un bel ritorno. (7.3/10)

Teresa Greco