Le strane canzoni, parte del progetto editoriale Con questi occhi, aveva già in tempi recenti segnato il ritorno alle scene discografiche di Andrea Tich e ci aveva reso certi del ritrovato stato di grazia creativa da parte di uno dei personaggi più genuinamente non allineati del cantautorato italiano più anticonvenzionale. Ad ogni incontro con lui la mente corre ai magici giorni della Cramps ed al pop coraggioso di deviante di Masturbati. Era il 1978 e personaggi come Hugh Bullen, Lucio Fabbri, Claudio Rocchi sostennero la bizzarria dadaista di quello che insieme a Come barchette dentro un tram di Alfredo Cohen e Primo secondo e frutta (Ivan compreso) di Ivan Cattaneo, costituisce il trittico d'oro del pop italino di argomento e ispirazione omosessuale. Oggi il cinismo fra Pasolini e "Deviata Norma" di quel mitologico atto unico di trent'anni fa, si stempera in grazia impressionista e pascoliana: la denuncia diventa lirismo, la rabbia una remota e nitida maturità dell'espressione. Questi bozzetti sono tutti di bellezza purissima con versi che agguantano l'anima: "racconta una leggenda/che quando le meduse/sono in amore, se uno/dei due muore l'altra/ si abbandona sulla spiaggia" (Mesuse in amore); "no, non incominciate a mangiare/, pensavo, loro ridevano.../io infatti ne soffrivo/E il giorno troppo presto finiva (Troppa felicità); "Adesso mi segue e vede solo me/ e pensa...bella nuca, belle orecchie/spalle grandi ma l'ombra è mia e adesso/ sta piovendo e ha dissolto il tempo/ Come in un film in bianco e nero/ Che non finirà" (Finalmente lucciole). Poi la musica. Dell'antico team è rimasto solo Claudio Panarello, che sostiene con le sue percussioni una delicata ambientazione elettroacustica fatta essenzialmente di harmonium, chitarre e suoni sparsi. Di ascolto in ascolto cresce l'incanto di questi venti bozzetti, altrettanti flash musicali e narrativi che raccontano ognuno uno scampolo di memoria, strappandone il cuore alle scorrerie del tempo. La sorpresa è la modernità di questo suono sospeso tra Battiato, low fi, Aldo Tagliapietra, Battisti/Panella, kraut e cantautorato deviante alla Mark Hollis e David Sylvian; noncè il suo gusto squisitamente indie, se ancora ha un senso scomodare un termine del genere a proposito di una produzione italiana. Perfettamente coerente è dunque la collocazione di questo importante ritorno in seno al catalogo Snowdonia, forse, tra le label indipendenti italiane, l'unica che possa candidarsi a raccogliere, se non il testimone, lo spirito della bella avventura di Gianni Sassi (8) |