Arbitri di eleganza col revolver in mano, glitter e rossetto e la camicia sciancrata, sono quattro romani che ne hanno per tutti. La carta vincente è che l'ironia, la cattiveria, e anche quel tanto di amarezza e disillusione che riposano bene nel fondo siano ben dissimulate dietro uno scintillante, freschissimo, ma estremamente adulto apparato pop. L'immaginario è metropolitano ma nel senso trasteverino del termine: le feste improbabili infarcite di un sottobosco votato all'ammanicamento (tu sei il mio manager/paura non avremo e ci divertiremo/ai party della gente più esclusiva andremo ), le chimeriche commistioni di mondo indie e fauna cine-televisiva (Savoir Faire), le bulimie (Due Dita), il fashion deteriore (Post Groupie, Troppi Trucchi), il jogging a Villa Ada (Fitness), le evasioni al mare stile Ravera e Radice (Maiale), su tutto l'amore-odio opportunamente patinato e mitizzato verso colei che è motore immobile, nonchè causa ed effetto del tutto (Musica). |