Essenziale al pari del viagra quando gli ormoni sono belli che andati, il colossal “Balera Metropolitana” è narrazione weirdpop in widescreen. Scivolato in sostanza un lustro dall'oscuramento conseguito a “Morte a 33Giri”, il fatidico bye-bye alle scene, i Maisie si svegliano dal letargo e sono squilli di trombe. La scheda parla chiaro, abbiamo un gigante Golia che vi agiterà lo stereo per tutta l'estate, non prendete impegni. Work doppio, 44 tracce spalmate su 2 cd, il quorum dei 120 min di paradosso sorpassato, un esodo in massa di ospiti per interagire con la casata madre. Pizzichiamo Mario Castelnuovo che forma a sua somiglianza il gemello diverso e acustico di n. 79 – ISTITUTO MARINO (Via Ortopedico) facendone una folk ballad magra tra Iron & Wine e spleen via Comaneci. L'originale, dalla penna di La Fauci e Scotti, scritta in siculo verace, si esprime con un climax melodico ozioso; c'è Amy Denio in un paio di ospitate con la sua voce acquatica (Spread Your Appendages , Your Heavily-Twined Limbs), ai fiati (col sax in Stereo a Cassette , al clarinetto ne Il Cielo è Spoglio ), nonché responsabile anche della scrittura ermetica sia di Si Sveglia che de I Gatti Matti , ambedue in italiano.
Ancora un botto i ‘gettoni di presenza' gold scorti (l'highlander Fausto Balbo, Diego Palazzo, i Budella, il mitico Frà Cazzo da Velletri) ma è comunque la sostanza di “Balera Metropolitana” a interessarci: populismo analogico con lembi di elettrowave e Arthur Russell (Perché Quelle Strane Gocce Di Sangue Sul Corpo ***? , la disco intellectual di Voglia di Cosce e Di Sigarette , la cassa marziana con Maria), lussi clubbistici ‘insopportabili' (la title track, italo in speed con una muscolarità da cartone animato, Ultima Discoteca in Città ) che dividono il palcoscenico con quote di realismo out (la dark sitcom La Centrale Nucleare , L'Amore in Città , 3msc , Hanno Ammazzato Un Bambino in cui si direbbe contenuto il mood verdepadano che tanto attizza il popolino di sti tempi), soulkfunk (con aculei di ottimismo funereo in Sabato Suicide , alla volemose bene nella Ballata Tristissima ) e stati ipnagogici di contemporanea ( Quando Morì Cristicchi ). Nel secondo cd s'infilano più scorie prodotte da uno Scotti solo-soletto ( Polka Di Centrosinistra , Frate Mitra , Musica della Madonna, minimalismo neoromantico e Zappa su MiaoStelle ) propagate vicino ad una fiumana di must: La Banana e il Parassita (abemus Cochi & Renato), W Le Aliene! , il raga Elena , il venticello intimista sulla schiena di Ivana e Gabriella (autore Flavio Giurato, scambio gentile tra la vox di Epiro e Carmen D'Onofrio) e sobrie arie popular per Pelato, sì, Ma con La Brillantina , scaldate poco dopo da canicole tropical/bossa (La Licantropia) e da un epico sentimentalismo in nome dell'estinzione (Piante e Cadaveri) e della rassegnazione (Niente da Scoprire).
E' chiaro: la sola massima con cui presentare e concentrare il mondo dei Maisie agli occhi del mondo porta senza troppe sorprese a Frank Zappa, «L'assurdità è l'unica realtà che conosco». Dei maestri del (non) genere pop e della poesia scomposta e non allineata che almeno ogni 4 anni è necessario incontrare, se non vitale.
Sergio Eletto |