“A ben 4 anni di distanza da Morte a 33 giri i Maisie tornano e questa volta si tratta di capolavoro! Non che il precedente facesse schifo, ma questa volta i ragazzi si superano!”. “Valeva la pena di aspettare tanto per sentire questa sfilza di canzoni dall'altissimo valore umano e artistico”. . Questi i suggerimenti per la recensione contenuti nella simpatica velina di accompagnamento all'album (ci sono anche quelli per una eventuale recensione negativa, ma non li condivido!). Bando agli scherzi; giudicare questa colossale operazione (2 cd, 44 brani ed oltre 145 minuti) del collettivo siciliano non è affar semplice. L'ideale incrocio tra OfflagaDiscoPax ed Elio e le Storie Tese (con voce per lo più femminile) contaminato con elettronica, sintetizzatori, suoni campionati, spunti avanguardisti, echi battiatani (o meglio, giunirusseschi, nella irresistibile elettro-dance della title track), Giovanna Marini (Nostalghia Canaglia), Cochi e Renato (La banana e il parassita) e chi più ne ha più ne metta! Detto così c'è da rimanere spaventati dalla “creatura”; viceversa l'album è quanto di più armonico si sia sentito negli ultimi tempi, con arrangiamenti maniacali ed orchestrazioni più che convincenti. Ed i testi? Dissacranti e demenziali (nel senso positivo e didascalico del termine), tra il serio ed il faceto, i Nostri ci offrono una multiforme visione della nostra disincantata realtà; da un giorno di nozze di ordinaria follia al razzismo dilagante, dalla nostalgia per una sinistra che non c'è più alla elegia funebre preventiva per un noto collega cantautore, dall'ambientalismo anti-nucleare ai problemi quotidiani, per terminare con una gelida constatazione della pochezza umana nella bella e conclusiva Niente da scoprire .
E non è tutto; la parte centrale del secondo cd si trova quasi inaspettatamente a navigare in uno splendido cantautorato con venature etno-folk che trova la sublimazione nella versione di n. 79 – ISTITUTO MARINO (Via ortopedico) offerta da uno strepitoso Mario Castelnuovo (ci eravamo colpevolmente quasi dimenticati di lui, ma ha una voce sempre più affascinante!).
Che dire ancora: genio e sregolatezza al servizio di un lavoro originale e riuscitissimo nell'inquadrare le mille sfaccettature nostre e del nostro Paese. Senz'altro la più bella sorpresa dell'anno; da non perdere!

Paolo Bartaletti