Napoli. La pizza. Il mandolino. Il Vesuvio. Il sole. Il mare. Noi siamo il nulla. Voi siete il nulla. Attenti al cane. Può abbaiare. Può mordere. Anzi no, non abbaia. Morde e basta. Attenti all'ippopotamo. Mangia e basta. K-Conjog è Fabrizio Somma. Il polistrumentista napoletano. K-Conjog è solo. Il mondo è blu. I cani pure. La chitarra acustica, il rumorismo meccanico, i loop, il funky, i campionamenti, e il rumorismo animalesco, casalingo. Largo all'avanguardia. Il taglia e cuci. Cut and copy. “Il nuovo è al passo coi tempi”. Il debutto che segue le precedenti autoproduzioni. L'esordio discografico. Snowdonia Records.
Nove brani. Quarantacinque minuti. K-Conjog scherza con i Residents, gioca con Panda Bear, ricorda Jacques Offenbach e scrive “Il nuovo è al passo coi tempi”. K-Conjog è la sperimentazione che si nasconde sotto la gonna ingombrante di Louise Weber. La Goulue. Il Can-Can. Il Moulin Rouge. La “cultura pop (è solo una questione di contesto)”. E allora ecco gli applausi. Tanti applausi. Lo spettacolo deve andare avanti. E allora una carezza. Una favola. Una ninna nanna. “Uno stupido”. Poi una danza acustica, “Per un pugno di fagioli”. “Il nuovo è al passo coi tempi”. Più semplicemente, è solo questione di tempo. K-Conjog, le sue visioni, i suoi cani, la sua natura. Il suo mondo. Il suo cielo. Sempre blu. Sempre più blu.
“Il nuovo è al passo coi tempi”, l'esordio di Fabrizio Somma, l'esordio di K-Conjog tra scarabocchi, rumori, danze e nenie dolcissime. Il teatro napoletano incontra Snowdonia: è amore.
Francesco Diodati
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