Tagliente e ambiguo, Deian e lorsoglabro , è un disco dalle diverse sfaccettature. I brani e le musiche, tutte opera di Deian Martinelli , compongono un album in cui la narrazione della realtà si accosta a slanci poetici e romantici degni di nota, in un miscuglio di generi che forse può lasciare stupiti a un primo e superficiale ascolto.
Risulta arduo, infatti, dare le coordinate musicali entro le quali si muove Deian: ha fatto da spalla a Bugo e a Nick Cave & the Bad Seeds e forse qualcosa di questi artisti è rimasto in lui, nel suo modo di scrivere i brani o di interpretarli. Ma potrebbero essere molti altri i nomi di riferimento, sia del panorama italiano che internazionale: in definitiva Deian e lorsoglabro sono difficilmente inquadrabili in un genere e questo può essere un punto a loro favore. Saper unire e mischiare suoni e atmosfere in un pout pourri elegante e scanzonato al tempo stesso rappresenta, in questo caso, un esperimento ben riuscito.

Tra i 12 brani che compongono il cd, molto raffinata e quasi romantica è "Nonostante i lampioni", una dichiarazione d'amore alla luna sui generis: "La luna è così bella/nonostante sti cazzo di lampioni/nonostante tutte le porcherie" . La poetica di Deian trova il suo pieno sviluppo in questa canzone che, però, ha un finale troppo lungo e gli 8 minuti totali risultano eccessivi.
Atmosfere cupe caratterizzano invece "Il poema del becchino", una filastrocca grottesca in cui sembra riecheggiare le atmosfere musicali di Nick Cave: "Nella fossa il teschio ride/l'ombra mia nessun più vide/suda il corvo e deglutisce/questo vezzo non capisce".

Di tutt'altro stile invece "Danno permanente", composta dalla descrizione di due situazioni molto reali e in cui tutti si possono ritrovare come protagonisti nel dire "se io fossi più bastardo/di me avresti un ricordo/da conservare sempre sempre/un danno permanente" .
Se "Paura" catapulta l'ascoltatore in un'atmosfera triste e angosciante, "Medio" rappresenta forse uno dei brani più riusciti dell'intero album: ironia e sarcasmo costellano la descrizione dell'uomo medio (o mediocre?), sempre in mezzo alle due estremità della vita: "E anche se fossi un estremista/credo che sarei/un estremista medio". Da segnalare la raffinata "Lei non sa chi sono io" e la ritmata "Big Bang!"

In generale l'album di Deian e lorsoglabro è una buona prima opera, con molti ottimi spunti: i testi, ad esempio, sono profondi e assolutamente mai banali, così come la musica, che raccoglie ispirazioni qua e là, creando un genere a se stante, diverso e originale. Rimangono alcune perplessità su alcuni aspetti, come i finali troppo lunghi di "Che ci vuoi fare?" e "Nonostante i lampioni", ma sono piccoli particolari che non mutano il giudizio positivo su Deian e lorsoglabro.

Fabio Dalmasso