Deian Martinelli è un cantautore torinese al suo esordio discografico. L'album ha un solo pregio: è bellissimo. Le dodici tracce che lo compongono sono un susseguirsi di testi intelligentemente ironici e introspettivi, sostenuti come la statua del santo, in ogni processione che si rispetti, da  Lorsoglabro con musiche piacevoli, che sanno valorizzare parola per parola le belle canzoni che accompagnano, riuscendo a non entrare mai, se non con delle goliardiche corna, nel primo piano. C'è da dire però che Deian dà sicuramente il meglio di sé accompagnato dal solo pianoforte, risultando intenso e mai pesante.

L'amore di  Deian è un amore svuotato di significato, come la buccia dei pomodori nella pasta, che diventa quasi una malinconica parodia (nel senso etimologico di imitazione) di un pensiero amoroso: “La luna è così bella, nonostante ‘sti cazzo di lampioni”. Oppure  “Ho un bel vestito bianco per la mia grande occasione, ma lei non è arrivata mai” o ancora “Lei non sa chi sono io, e forse non lo so neanche io”. È fondamentale la dimensione del gioco:  gioco di parole e gioco infantile: significante e significato iniziano di colpo a limonare, lasciando le mani libere per applaudire  Deian .

Le canzoni di  Deian e Lorsoglabro sono fumettistiche, precisi fermo immagine in scala di grigio, un modo intelligente di canticchiare per comprendere meglio quello che c'è dietro a un testo. Se ascoltate quest'album vi assicuro che lo imparerete a memoria.

Filippo De Lisa