Si aggiunge un nuovo frammento al “mistero snowdoniano” di Cinzia La Fauci e Alberto Scotti. La ragione sociale è Ance ma l'insolito pseudonimo altro non è se non una scusa per dare spazio ai pensieri piacevolmente scardinati dell'empolese Andrea Lovito. Uno che è nello stesso tempo musicista di strada e artista di spessore, narratore ironico e notevole arrangiatore e che arriva all'esordio discografico - dopo una lunghissima serie di autoproduzioni - confezionando una proposta che unisce ragtime, musica d'autore, suoni bandistici e testi impegnati. Storie di strada che diventano biografie, come nel caso dell'iniziale “Rompicollo” dedicata al compianto Buster Keaton o che in “Media vita” affrontano la mediocrità culturale diffusa, che si trasformano in ritratti surreali (“Vampiro” e “Clone”) o che annegano in nonsense funkeggianti dai risvolti  inaspettati (“Schuper”). A dar man forte al Nostro, un nutrito gruppo di collaboratori, impegnato a far risuonare una sezione strumentale che comprende, tra gli altri, il clarinetto di Nico Gori, il pianoforte e la fisarmonica di Emiliano Benassai, la tromba di Moris Malarico, la chitarra di Joris Visquesnel, la batteria di Stefano Tamborrino, il contrabbasso di Claudia Natili. Una formazione in grado di creare musica diretta e senza fronzoli per un progetto che ha tutto l'aspetto di una boccata d'aria fresca in un duemilaotto già afoso oltre ogni limite.

Fabrizio Zampighi