Finalmente.
È la prima cosa che viene da dire ritrovandosi fra le mani il primo album del bresciano Jet Set Roger. Un disco che è stato a lungo nell'aria, prima di materializzarsi ieri nei negozi di tutta Italia su etichetta Snowdonia e con distribuzione Audioglobe.

Ed ora che “La vita sociale” (questo il titolo) è finalmente realtà, c'è subito da festeggiare con un concerto “in casa” previsto questa sera al Morya Alterbar di Cellatica (appuntamento alle 22, ingresso gratuito). Festeggiare è decisamente la parola giusta: perché dopo aver parlato a lungo di questo londinese di adozione bresciana come di un grande talento ingiustamente confinato nel circuito musicale provinciale, “La vita sociale” arriva a confermare che quanto fin qui intravisto, prospettato e preventivato, sulla base di demo, apparizioni, collaborazioni e quant'altro, non era un fuoco di paglia. La notizia è che in tutti questi anni di apprendistato Roger ha saputo mantenere la lucidità, continuando a coltivare con passione la sua particolare visione musicale, senza cedere al disorientamento e all'apatia che inevitabilmente una troppa lunga inattività rischia di portare con sé. Non che le cose da fare gli siano mancate: tra i concerti (molti in apertura per act affermati come Baustelle, Bluvertigo, Morgan), le collaborazioni con Mice Vice, Franci Omi, le partecipazioni a varie compilation, il tempo è passato in fretta.

Però mancava sempre la concretizzazione del sogno. E la cosa bella è che, arrivato il tanto sospirato momento del primo disco, Roger ha trovato la forza di buttarci dentro tutto quello in cui ha sempre creduto.

Ne è uscito un disco che, senza paura di apparire campanilisti a tutti i costi, non si fa fatica a definire come una delle più brillanti produzioni espresse dalla scena italiana, indie e non, negli ultimi tempi. Una collezione di canzoni buffe e spietatamente sincere, che ancheggiano sempre come antiche, traballanti poesie glam nelle quali il tempo ha insinuato una robusta dose di malinconica autoironia.

Insomma, Jet Set Roger ha mantenuto le promesse: e Brescia aggiunge un piccolo grande gioiello ad un'annata davvero speciale.

Claudio Andrizzi