L'attenzione di Snowdonia per la canzone negli ultimi anni si è fatta più accentuata, a cominciare proprio dal gruppo di casa, i Maisie che, con "Morte a 33 giri", due anni fa, uccidevano la musica leggera italiana. Le due nuove uscite dell'etichetta messinese, “L'arte di sciogliere la neve” degli Humanoira e “La vita sociale” di Jet Set Roger, non sono da meno, anzi, calcano la mano tramite un'immersione a pieni polmoni nella musica anni '80. I due gruppi in questione affrontano la sfida come una missione o come una condanna (‘scriverò canzoni tristi / ormai non c'è più scampo per me” canta Jet Set Roger in canzoni tristi). I riferimenti come detto, sono agli anni '80, sia per l'uno che per l'altro, con una propensione all'elettronica-wave da parte dei Humanoira e un'influenza più italiota per Jet Set Roger. Se avessi scritto questa recensione subito, qualche giorno dopo (e pochi ascolti dopo) aver ricevuto questi cd, forse non sarei qui a dire le seguenti cose. L'ascolto protratto a lungo mi ha fatto molto apprezzare le canzoni di questi dischi che a distanza di settimane si sono imposti come piccoli classici, tanto che non saprei dire se quei deja-vu che mi coglievano all'inizio durante l'ascolto, sono ora da ricondurre alle tante influenze subite dai due gruppi in questione oppure alla bravura degli stessi Humanoira e Jet Set Roger nello scrivere canzoni che ti si inchiodano nella testa.

L'arte di sciogliere la neve” degli Humanoira parte delicato, con un'arpeggiata ballad rock, stile Morr music per capirci (Adios nonnini, ma anche la title track), per poi cacciare fuori il suo lato più aggressivo con il funk-wave di Nel raccapricciante scontro tra umorismo e noia, sulla scia di quei X-Mary, tra i migliori artefici di canzoni rock del belpaese. C'è anche molta new wave nel sound dei Humanoira, nello specifico i Tuxedomoon (gruppo che ho l'impressione sia molto amato anche in casa La Fauci) in
Ciro e Anna e L'acchiappacitrulli ed anche qualche fugace ammiccamento a band di casa Italia (gli Afterhours in Muschio). (...)

Alfredo Rastelli