Il punto è questo: i Masoko ci sanno fare. Nato a Roma e attivo dal '99 con il nome di Masoko Tanga (tre anni dopo diventerà semplicemente Masoko), il gruppo, approdato in casa La Fauci/Scotti (Snowdonia Records), pubblica il tanto atteso esordio discografico (una breve, seppure efficace, apparizione nel 2005 con un brano, “La Compagnia”, presente nella compilation “Lo Zecchino d'Oro dell'Underground”), “Bubu'7te”, l'esordio che spiazza, l'esordio che, a conti fatti, non ti saresti mai immaginato. Con una formazione tipo (voce, basso, chitarra, batteria), il quartetto romano gira tutta l'Italia ricevendo importanti, rilevanti premi
(nel 2005 si classifica primo al concorso Today I'm Rock e vince le selezioni di Arezzo Wave Festival) che consolidano, sempre più, quel nome così underground. Avvolti da una nera, elegante e sgualcita, giacca e soffocati da striminziti pantaloni, i Masoko sono, senza alcun'ombra di dubbio, fottutamente chic, fastidiosamente saccenti, terribilmente presuntuosi, irritanti, strafottenti e “socialmente inutili”. “Bubu'7te” è un album pop, un album che vomita tutta l'acida ironia (“ …ho dei progetti in testa, per esempio una rivoluzione comincerei adesso ma non ho fatto ancora colazione… ”) di un quartetto già pop-star, troppo cool (“…sono molto più cool di te, non chiedermi il perché, non ti dirò il perché… ”). “Bubu'7te” è post-punk velocissimo (vengono alla mente i primi Wire e i primi Gang Of Four, vengono alla mente i primi Gogogo Airheart e gli attualissimi Art Brut), è l'ironia di Colin Newman. “Bubu'7te” è la chitarra velocissima d'Alessandro La Padula, quella chitarra tagliente che frulla, macina ritmi incalzanti, “Bubu'7te” è la batteria “secca” di Simone Ciarocchi, il basso “gommoso” di Ivana Calò, l'irriverente voce di Davide De Leonardis. Undici brani (escludendo la “spagnola” ghost-track) per quarantacinque minuti di puro delirio italiano, quarantacinque minuti di new wave, quarantacinque minuti di pop. “Bubu'7te” è il delizioso, pregevole, debutto dei Masoko, la consacrazione di una realtà del nostro panorama musicale. Lode alla famiglia Snowdonia, lode a chi continua a sorprendere. Lode a chi ha saputo fiutare il talento di questo giovane quartetto laziale. Ora spengo lo stereo, apro la doccia, chiudo le labbra a cuoricino e comincio a fischiettare quei maledetti brani dei Masoko. Poi Chiudo la doccia, continuo a fischiettare.

Francesco Diodati