Masoko Tanga nel 1999 e Masoko dal 2002, Davide De Leonardis (voce), Alessandro La Padula (chitarra), Simone Ciarocchi (batteria) e Ivana Calò (basso) sono la nuova creatura partorita da quel pozzo di eccentricità che è la Snowdonia, ormai punta di diamante di un certo modo di intendere e fare rock in Italia. La copertina, uno spaccato horror-metropolitano-sexy, nasconde tre quarti ora d'ora di "popnervouswave", miscela semiseria di melodie zigzaganti e testi appiccicosi, caramellati, sbruffoni e schietti.
Non un lavoro completamente riuscito, niente di particolarmente memorabile, ma in questo "Bubù7te" la band romana dimostra di avere una buona dose di talento e, molto probabilmente, se sarà capace di smussare gli angoli, tirando fuori gli attributi senza pudore, magari ci scapperà qualche perla, qualche applauso sincero.
Per il momento, non lo nego, c'è già qualche brano in heavy rotation nel cervello. Mi è capitato di ascoltare il disco una prima volta in treno e, sapete com'è, la dinamica del paesaggio, il sole, l'incrociarsi di sguardi… sono tutte cose che trovano nell'indole scanzonata e beffarda di "Ferrari" (che prende il volo con un ritornello m-e-m-o-r-a-b-i-l-e: "Domani vengo a prenderti con la Ferrari/ce ne andremo via insieme, illuminando il mondo coi fanali"), tra i pensieri fissi di "Comfort" e gli scarrozzamenti emozionali di "Prima Colazione" una colonna sonora davvero impagabile, roba che il cuore mette su, in quattro e quattr'otto, un mega-party con birra e pupe e chi s'è visto, s'è visto! Niente "Snob", niente punkettini-zuccherini. Riescono poco convincenti se si mettono a suonare chitarre manco fossero giocattoli. Meglio quando masticano gomma trans-punk ("Alfonso"), o quando se la tirano senza dare troppe spiegazioni ("sono molto più cool di te, non chiedermi perché", canta Davide in "Cool").
In "Disconite", invece, giocano a fare pseudo-disco e laccato il punk-pop e, se in "Costretto" scodinzolano senza sosta su un tappeto post-punk, in "Scusa" l'elettricità alza il tiro, prima che "Solo Tu" dica, senza mezzi termini, come stanno le cose ("tu mi dai quello che non può darmi lei"), tirando tutto in caciara al richiamo di cori goliardici post-sbronza. Prima di abbassare le luci, tirare via l'immondizia e rimandare tutto a domani, beccatevi i tredici minuti e passa di "Buonamico", contesi tra una mini-jam psico-spacey , tutta lavorata fuori-bordo, e cartoline d'antan, tipo "i Righeira-erano-dei-gran-fichi", o roba del genere. Eh, si: dopo tutto, gli anni Ottanta ci mancano un pochetto.
Francesco Nunziata
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