A Roma sono conosciuti come la banda della cravatta, i loro concerti sono seguitissimi e tante sono state le occasioni per aprire i set di gruppi ben più noti, tra cui i Kaiser Chiefs. Ma i Masoko non sono solo “chiacchiere e distintivo”, e se anche professano di essere più Cool di te, lo fanno con il gusto autoironico e scanzonato che li distingue. Il loro primo vero disco - dopo l'autoprodotto Notanga, che trovava una collocazione su queste pagine nella sezione Outsiders - è uscito da poco ed è già un piccolo caso: dimostra che si può fare un bel lavoro anche con pochi mezzi (pur se a risentirne è la produzione, involontariamente lo-fi) se si hanno buone idee. E i Masoko ne hanno a bizzeffe, a partire dalla cravatta indossata sempre con disinvoltura anche dalla bionda e imperturbabile bassista, dalla denominazione del loro genere - pop nervous wave - che per decifrarlo ci vorrebbe uno psichiatra, dall'atteggiamento di allegra strafottenza, fino ad arrivare, non ultime, alle loro canzoni: rumorose, umoristiche, stonate, contagiose. Potrebbero davvero diventare grandi, nel frattempo giocano a bubusettete.
Tirza Bonifazi Tognazzi
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