Ecco quella che potrebbe essere, sulla carta, la risposta italiana ai gruppi figli della new wave che invadono l'Inghilterra di oggi. Sicuramente i riferimenti non sono distanti da quell'epoca, ma il sound dei Masoko è di fatto molto più apparentato con certo pop sbilenco degli anni '80 inglesi che non con Pere Ubu o Gang of Four. Per chi ricorda la Ron Johnson Records e i suoi gruppi di punta (Big Flame, A Witness, Stump) quello può essere il riferimento ideale: i Masoko stanno a quel sound allo stesso modo con cui i Lunapop stanno agli Housemartins (sentire Comfort). In parole povere, parliamo di chitarrismo abrasivi su armonie storte - e testi assai interessanti, in verità. C'è tuttavia da rimarcare un certo deficit melodico che, ad eccezione di Prima Colazione che ricorda i Cure di “The Top”, richiede una qualche compensazione: può essere il grandioso brio chitarristico nel ritmo di Disconite, il tiro quasi punk, alla Clash, di Scusa, le esplosioni controllate delle sei corde in Snob. Anche se nell'album ci sono diverse ingenuità, nel complesso è una buona riuscita. (7)
Bizarre
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