"Il beat non è un fenomeno musicale ma prettamente psicologico, anzi vorrei dire esistenziale... è stato definito come un ritorno all'infanzia; in realtà non è che si voglia tornare bambini, bensì restare tali". La prima traccia del cd di FrancoBeat, alias Franco Naddei, “Vedo beat” è la lettura di un testo-manifesto che spiega il terreno su cui ci vuole muovere. Disco Beat? Probabilmente potremmo definirlo cd post-beat. E nel disco si alternano tracce testuali sul beat ed un'epoca (estrapolazioni di brani di libri di Ennio Flaiano, Marcello Marchesi, Silla Ferradini) che in un certo qualmodo influenzano i testi delle composizioni. Brani cantati, recitati, imprecati; sono canzoni, monologhi, film.
"È un disco quasi parlato - dice l'artista - dove la parola fa la parte del leone e la musica è un accessorio di lusso. Non ci sono i suoni del beat e degli anni Sessanta ma il suo pensiero e la sua moderna attualità". Per inciso segnaliamo che dal sito dell'etichetta è possibile scaricare il video di uno dei brani del cd.
Cos'è stato il beat? - viene da riflettere - Una contrapposizione, un uscire dagli schemi, dalle convenzioni borghesi. E' un'orda di Capelloni - “…che stanno lì sulla gradinata di Piazza di Spagna…” - divaricatori, prevaricatori o semplicemente fuori.
L'atteggiamento mentale, il rifiuto di chi non comprende o non accetta. O forse, come diceva in apertura l'autore, il beat è solo un gioco, un essere bambini che non hanno voglia di crescere...
Pensare beat è (im)possibile? È attuale? È out? Qualche risposta ascoltando questo disco - saggistico - l'ascoltatore se la potrà dare.
Musicalmente piacevole, a tratti la voce di FrancoBeat ci ricorda Neffa (il ché non vuole essere un insulto). A corredo un booklet corposo, con grafica di classico stampo snowdoniano (della creativa Cinzia La Fauci).
Gaetano Menna
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