Ultimamente capita di osservare
come le sorprese più piacevoli in ambito indie provengano spesso
da pubblicazioni nate quasi per gioco che pur non tralasciando gli aspetti
strettamenti musicali si configurano più come vere e proprie dichiarazioni
di intenti. Una carta d'identità dell'etichetta titolare del progetto
insomma, capace non solo di motivarne le scelte artistiche ma di identificarne
quasi la tendenza "politica". “LO ZECCHINO D’ORO DELL’UNDERGROUND” rientra a nostro avviso in questa categoria, colmo com’è della splendida irriverenza creativa e dell'innegabile approccio hand made da sempre marchio di fabbrica dell’encomiabile Snowdonia. L’idea di fondo è semplice quanto intrigante: prendere un pugno di gruppi della scena indipendente italiana e chiedere loro di riappropriarsi di un brano della propria discografia lasciando che sia un bambino ad interpretarlo. Nessun vincolo di natura tecnica che indirizzi i giovani artisti, nessun limite creativo alla voglia di osare, nessun mago Zurlì a fare il buono e il cattivo tempo: dosi massicce di entusiasmo rigorosamente minorenne e niente di più. Il risultato è un pourpurri di stili e capacità differenti che se da un lato tralascia ogni inutile riflessione sul livello qualitativo del prodotto finito, dall’altro si pone l’obiettivo di celebrare il talento istintivo dei giovani ospiti nel modo più naturale possibile. Scorrendo le tracce in scaletta capita di trovarsi di fronte ad una Male Di Miele in comproprietà tra Mariposa e Margherita, una Bellezza in cui i Marlene Kuntz fanno da band di supporto ad Enrico o ai Blessed Child Opera che suonano La Danza Dell’Orso per Emanuela. Toychestra, Maisie, Land, Aidoru, Hello Daylight, Masoko, Amari, Saint Fernand, Es, Eh300244a, Taxi So Far, Rosolina Mar completano il quadro, per un’opera originale nel soggetto quanto elastica nei modi, naif nell’approccio quanto irregolare nella forma. L’infanzia e la voglia di sorridere donano al tutto un fascino imperfetto e spumeggiante mentre il tono svagato del progetto - con tanto di note di copertina autografe e foto dei piccoli protagonisti - ne sottolinea l’indole scherzosa ma non superficiale. Meno ingenuo di quel che sembra, “LO ZECCHINO D’ORO DELL’UNDERGROUND” nasce come un’idea simpatica e si trasforma in qualche cosa di più di un semplice divertissement: una sorta di richiamo ufficiale ad una società ormai persa tra telefonini e guerre sante che considera l’ingenuità un difetto e il gioco un retaggio del passato. Ci voleva il coraggio di Snowdonia per far uscire un disco del genere, un’opera che forse non scalerà posizioni su posizioni dell’hit parade nostrana ma che ci pare fresca e colorata come un ghiacciolo, allegra e disinteressata come il sorriso di un bambino. F.Z. |