A conferma della genialità
della Snowdonia. Una genialità naif, candida ed al contempo spietata,
come sanno essere i bambini. Ed appunto di bambini si tratta, come chiarisce
il proclama del titolo dell'album. Un progetto semplice, però nessuno finora ci aveva pensato, troppo prese le indies italiane nella loro seriosa autoreferenzialità. I siciliani invece cos’hanno pensato? Far cantare ad alcuni pargoli canzoni più o meno nuove, più o meno celebri (brilla la versione di Male di miele degli Afterhours), con l’accompagnamento di gruppi, alcuni celebri altri un po’ meno, del panorama rock italico. Troviamo: Marlene Kuntz, Mariposa, Es, Aidoru ed altri. Come se la cavano i novelli frontman? Ci si sarebbe potuto aspettare che la timidezza avesse potuto smorzare i vari tentativi. Nulla di più errato! Evidentemente non conosciamo bene i nostri pargoli. Si tramutano tutti in consumate rock star, strafottenti, maliziosi, sfrontati e compiaciuti, vanesi di questo che per loro deve essersi tramutato in un gioco, ovverosia nella cosa più seria che si possa concepire. L’effetto è dapprima straniante, poi, a sorpresa, ci si rende conto di trovarsi al cospetto di un grande disco, che scimmiotta con successo strepitoso quelli che amiamo alla follia e che risalgono all’epoca d’oro del rock. Una cosa seria dunque; solo un Mago Zurlì come Cinzia poteva pensarci e condurre in porto un progetto così serio nella sua frivolezza. Luciano Marcolin |