Il cd "Cantina Tapes" è un frullato di segni, sogni, deliri, trip. Le note stampa parlano di un giocattolo degli anni 70 capace di contenere e rimescolare casualmente centinaia di nastri audio. Non so se il giocattolo sia vero e sia stato davvero utilizzato ma l'effetto del disco è proprio quello di una sorta di "miscelatore". Gomma Workshop è la sigla dietro cui si nasconde Vittorio Demarin. Il suo disco “Cantina Tapes” (Madcap Collective/Snowdonia) è un frullato di segni, sogni, deliri, trip. Le note stampa parlano di un giocattolo degli anni 70 capace di contenere e rimescolare casualmente centinaia di nastri audio. Non so se il giocattolo sia vero e sia stato davvero utilizzato ma l'effetto del disco è proprio quello di una sorta di miscelatore. Ci sono un montagna di micro colonne sonore che ruotano, ronzano, sprizzano dal lettore-frullatore. Non brani ma embrioni. Il cd ci fa pensare ad un caleidoscopio, di quelli che usavamo da bambini per formare figure, disegni, colori che venivano casualmente e magicamente abbinati. |