Per iniziare c'è la strana storia del Motoremangianastri, un giocattolo messo in commercio alla fine degli anni '70, la cui peculiarità era quella di contenere e mescolare casualmente dei nastri audio. Ritirato dal commercio a causa delle esalazioni tossiche da esso emanate, viene rispolverato dai Gomma Workshop (al secolo: Vittorio Demarin), per costruire le dieci tracce di questo disco, in aggiunta ad un frullatore di vinili e ad ‘altri strumenti inesistenti peccato, ci eravamo cascati. Questo (finto) presupposto sarebbe riuscito a spiegare esaurientemente la ragion d'essere di queste “Cantina Tapes” (ogni riferimento alle dylaniane “Basement Tapes” suppongo sia puramente voluto): in effetti sembra di trovarsi di fronte proprio a questo: una miscela folle e (apparentemente) casuale di nastri e vinili di vario genere: da filastrocche infantili a vecchie registrazioni jazz, da commenti sonori a vecchi film muti fino a suoni emessi da giocattoli. In realtà le dieci tracce, oltre che dall'utilizzo di vari effetti elettronici, dai tappeti sonori più o meno tradizionali, fino a scricchiolii e scariche elettriche ai confini deI glitch, traggono linfa vitale da una strumentazione che vede l'utilizzo di arpa, contrabbasso, fagotto, sax e clarinetti. I componenti del Gomma Workshop danno così vita ad una selezione di pezzi camaleontici, mutanti, dai percorsi spesso tortuosi, costantemente inaspettati. Sono loro stessi a descriverceli con definizioni che vanno dalla Promenade per microonde al Blues apocalittico da palude. Cosi l'iniziale Trittico di danze... si apre con una nenia ludica per poi essere preso da un attacco di schizofrenia sonora e chiudersi con soffuse sonorità da estremo oriente; I'ouverture siciliana di Clownsclan comincia come un brano di Vivaldi accompagnato da uno scacciapensieri e per perdersi in un labirinto minimalista alla Philip Glass. Nella conclusiva Calomore archi eterei lasciano spazio ad allusioni free jazz con accenti orientali. Alla fine resta I'impressione di un riuscito patchwork sonoro ed emotivo, straniante, divertente, seducente.

Marcello Berlich