Un negozio di cristalli in cui ci si muove con la paura di rompere tutto, in punta di piedi, temendo di disturbare e prestando attenzione anche al più esile ticchettio che emette la tastiera del computer. Contrappunti è puro surrealismo, ma anche un viaggio dentro il cuore e il cervello. Sono solo gli strumentti a cantare: ossessive chitarre classiche o elettriche, tastiere, batterie ed effetti di una pedaliera, tutto quanto suonato e registrato in rigorosa solitudine da Marco Bucci. Un disco di musica strumentale. Un album da solista in tutti i sensi. Nessuna voce, se non quella interiore dell'animo di chi lo ascolta. Cinque anni di impressioni sonore dell'autore. Pure di impressionismo si può parlare...Forse. (3/5)

Barbara Santi