Ci volevano le menti illuminate della Snowdonia per regalare un po' di luce al Progetto M.B. e a Marco Bucci , l'ideatore, fondatore e unico componente di questa one-man-band . Il progetto nasce nella sua casa ad Ostia, vicino Roma, più di dieci anni fa e questo "Contrappunti" raccoglie alcune delle sue creazioni registrate tra il 1999 e il 2004. In un certo senso "Contrappunti" può essere considerato il suo debutto ufficiale, anche se, in realtà, il Progetto M.B. ha partorito dal 1997 al 2003 ben sette CD autoprodotti, mica bruscolini. Per fortuna in quel di Messina qualcuno si è accorto di lui.

"Contrappunti" è un bel disco, uno di quei CD che non si fa in tempo ad infilare nel lettore ed esclamare: "Però, bello!", che già è finito. Non perchè sia breve, ma perchè riesce a scorrere via con leggerezza, dando tanto e non pretendendo nulla in cambio. E quando finisce ci si resta male, davvero, perchè questi brani, tutti rigorosamente strumentali, si possono ascoltare con estrema attenzione godendone tutte le più piccole sfumature, così come si possono ascoltare mentre si sta facendo altro, in sottofondo, apprezzandone il saper stare al proprio posto senza disturbare.

Merito dell'autore, che fa tutto da sè: suona le chitarre, le tastiere, il basso, la batteria e tanti di quei gingilli che non si capisce dove li abbia presi, se al mercato di Porta Portese oppure in qualche vecchia cesta della nonna. Le sue composizioni sbilenche, registrate su un quattro e un otto piste, sono perennemente in bilico tra un'elettronica d'accatto e bozzetti acustici, tra vecchie filastrocche e acide marcette da circo, proponendo anche passaggi assolutamente commoventi come in "Vesna serba" , "Sorvolando" , "Appena un attimo" , "Se non ora quando?" , "8on" e "Nel mentre" , dove basta una tastiera o una chitarra o un giro di basso e qualche effetto per lasciare il segno. Non mancano, poi, un paio di pezzi come "Se una notte d'inverno un suonatore..." e "Attesa inquieta", i cui titoli già dicono tutto, che potrebbero finire nella colonna sonora di qualche film dell'orrore, ma di quelli belli. Un omaggio ai Goblin e a Dario Argento? Forse. Di sicuro sono proprio i brani come questi o come "Allorquando" e "Improbabili pulsioni verso il cosmo" che hanno ispirato casa Snowdonia per la scelta della copertina del disco, in bianco e nero, con questa figura incappucciata, voltata, che si aggira tra gli arbusti con in mano un coltello da cucina: un'immagine bella e angosciante che però, a mio avviso, poco rispecchia i contenuti dell'album, che colpisce più per quei giri avvolgenti di chitarra e quelle tastiere malinconiche, che per i brani, molto ben fatti, da film horror.

Meno rinomato di Vittorio De Marin e meno dedito all'azzardo e alla provocazione rispetto a  Fausto Balbo , Marco Bucci e questo suo "Contrappunti" colpiscono per semplicità, delicatezza e capacità evocativa.
Fossi un indie-snob-fighetto , di quelli che non guardano al di là del proprio naso, direi: "Bah, questo è un disco piatto, poco innovativo, poco originale". Chi ha invece una briciola di sensibilità e buon gusto (e sa guardare al di fuori del proprio orticello), apprezzerà molto questo lavoro. Fatevi un regalo: compratevi questo disco e ascoltatelo una, due, tre volte. Non ne rimarrete stupiti, ma vi piacerà e lo vorrete riascoltare ancora tante altre volte. Può bastare questo? Per me si, alla faccia dell'originalità. (3,5/5)

Thomas Paulo Odry