Dietro le iniziali del Progetto M.B. si cela il nome di Marco Bucci, che raccoglie nell'esordio di Contrappunti alcuni dei suoi lavori strumentali, spaziando per terreni sonori particolarmente cangianti, in cui convivono lirismi inquieti e abrasioni narrative. Da perfetto one-man-band di un tempo che consente e favorisce l'isolamento creativo come sincero sguardo interiore, Bucci suona tutti gli strumenti lasciando che il suono fluisca con le sue imperfezioni, frammentandosi in ninnananne angosciate che richiamano il buon horror casalingo della nostra infanzia. Quel che colpisce nella sua musica è il suo collocarsi in una sorta di terra di mezzo tra il richiamo “pop” a un mondo infantile e minaccioso e una sperimentazione aliena da cerebralismi, quasi necessaria. I quindici brani del disco sembrano quasi ritagliati nella carta velina, una sorta di diaframma che lascia trasparire dalle due parti mondi e contraddizioni, quel confine incerto tra la semplice sonorizzazione ambientale e la molecola inquieta, tra l'accordo banale e lo scheletro di una canzone. |