Gli sguardi rivolti verso il basso, espressione di noia, di abbandono, questa è l'immagine ricorrente dei ragazzi di oggi: persi tra disillusione e una paradossale nostalgia di ciò che non hanno mai vissuto, esprimono in modo dilagante il modus vivendi dei giorni nostri. Questo disco è l'apologia di tutti questi aspetti. Emozioni afferrate al volo come foglie di autunno, note che si diffondono nell'aria leggera di una giornata di settembre, il mese triste, del ritorno ad una triste realtà. 'La morte a 33 giri' è tutto ciò che i giovani hanno perso: la voglia di cambiare il mondo, i sogni, l'ideologia, la genuinità del vero amore. Tutto viene sostituito dalla plastica, dalle dose emozionali che i media ci sottopongono, le facce commosse dei programmi di Maria de Filippi (Una vergine tra i morti viventi), la saliva delle bocche affamate di nuovi impulsi, zombie del tam tam mediatico, vittime della stessa realtà che cercano di capire. Una realtà che perde di umanità, passione, attimi collettivi oramai persi, dimenticati nel vortice di una informazione standardizzata, somministrata a pillole. 'Morte a 33 giri' è una diapositiva su ciò che stiamo vivendo, triste sovrapposizione tra passato e catastrofico futuro, nel mezzo di una generazione che ha dimenticato di cosa significhi essere una generazione. I Maisie confezionano tutto ciò con una spiccata propensione al sarcasmo e alla tragicommedia, unite ad un sound nuovo, fresco, che punta all'impatto e a un sorprendente easy-listening. Un discorso a parte merita "Sottosopra", canzone eseguita in collaborazione con Bugo (si proprio lui!), piccola gemma dal testo (scritto dal Bugatti, of course) e dall'arrangiamento talmente intenso da rendere il tutto onirico e travolgente. Finalmente un album che non guarda all'estero, ma punta ad una vera rielaborazione della musica italiana, partendo dal passato e cercando di scriverne il futuro. Era ora!.. Giovanni Continanza |