La poesia e l’intensa ispirazione, che si intersecano con riflessioni brillanti ed ironiche dal sapore amaro. Sguardi disinibiti e disincantati, pensieri arguti e raffinatamente impegnati che compiono mirabolanti giri su se stessi. Melodie intense, a tratti ipnotizzanti, complicate, distorte, avvolte ed armonizzate dalla magia dei canti popolari. Con un approccio meno underground del solito, i Maisie (per Snowdonia e Seahorse), ci introducono, con subliminali inviti, al loro "Morte a 33 giri". Con importanti collaborazioni e novità, tra le quali l’inserimento della splendida voce di Carmen D’Onofrio, (di grande impatto nei brani di più forte emotività), Cinzia La Fauci & Co, hanno portato il progetto Maisie ad acquisire una dose ancora maggiore di consapevolezza e profondità. Morte a 33 giri è un album che odora di vinile. Basta soffermare l’orecchio sui curati arrangiamenti e infilare la mente nelle illuminanti parole per capirne lo spessore. Vivan las cadenas! così apparentemente delicata mostra nel finale i suoi toni forti. Toni che si smorzano sulla leggiadra l’Inverno precoce e diventano ironici nelle "scarpe nuove" del brano Finchè la borsa va lasciala andare. Non lasciano scampo le note intense di Sottosopra. I Maisie moderni poeti, romantici e feroci, testimoni dissacranti del nostro tempo hanno inciso un bell’album che è anche un trattato sulla vita, dentro il quale la vita stessa e la sua inevitabile conclusione corrono sul piatto di un giradischi e la puntina sembra essere sempre lì, sul spunto di spezzarsi. Manuela Contino |