Il personaggio di Falter Bramnk
sarà sicuramente noto a quella parte degli italiani attenti frequentatori
del catalogo Snowdonia e della buona musica in generale. Dopo essersi adoperato
come arrangiatore per i Masie e aver pubblicato un album sempre per l’etichetta
in questione, esce ora il suo nuovo lavoro (il quarto ufficiale) per musiche
da film. Falter Bramnk si conferma un artista di genio, non lontano per
inventiva e resa sonora da un mammasantissimo del calibro di Steve
Beresford e, per l’approccio giocoso alla composizione, dal
grande Harry Partch. In un mix di serietà e umorismo
assolutamente efficace, l’artista francese si dimostra un più
che abile creatore di atmosfere sospese tra tensione e leggerezza, erotismo
e spirito mittle-europeo, citazionismo e scrittura originale. Il metodo
che Bramnk ha usato nella creazione di questo disco è stato quello
di stabilire un’alchimia tra le voci estrapolate dai film, la musica
che ad esse si ispirava e le stesse colonne sonore originali che in qualche
occasione ha ri-arrangiato e mixato. Su queste voci, Falter Bramnk ha costruito
un iter inesauribile di trovate e colpi di scena: “Soundrack Stories”
è un concentrato di musica globale come forse, da un punto di vista
concettuale, solo i Naked City del disco omonimo e di “Radio”
hanno saputo fare. L’inventiva di cui è dotato, sostenuta da
un bagagliaio tecnico notevole (Bramnk è un polistrumentista e gli
interventi esterni si riducono al sax alto di una sua vecchia conoscenza
Laurent Rigault, in noir c’est noir), gli
hanno consentito, inoltre, di stravolgere più volte i pezzi, col
risultato di non lasciare mai punti di riferimento chiari all’ascoltatore.
Dentro al suo disco, in porzioni mordi e fuggi, c’è praticamente
di tutto, dalla musique concréte (working life), al rock
in opposition (linda for the devil), alla musica medioevale (il
girone della merda), alla musica contemporanea (le cas hans lucas)
e quant’altro. Oltre a gustarsi l’ottima musica che c’è dentro, il disco da anche l’occasione e le motivazioni giuste all’ascoltatore per vedere o rivedere i film in questione (alcuni, credo, conosciuti ai più) e di cercare in esso le parti che sono state elaborate nel disco. Come dice lo stesso Falter Bramnk il suo approccio è di quelli giocosi, quindi perché non collaborare? Alfredo Rastelli |