Arriva da Lille “SOUNDTRACKS STORIES”, come del resto il titolare del progetto. Quel Falter Bramnk che già nel 2002 intrecciò il proprio percorso musicale con Snowdonia e che ora, a distanza di tre anni, torna all'ovile per il quarto episodio discografico. L'artista francese non smentisce nemmeno in quest'occasione la sua predilezione per una musica originale e “di contorno”, destinata idealmente ad affiancare espressioni artistiche altre - dalla danza contemporanea, al teatro, al cinema - e al tempo stesso debitrice verso le stesse in termini di creatività ed ispirazione. Ed è proprio il cinema il vero protagonista dell'ultimo episodio discografico targato Bramnk: un ruolo che la settima arte prende molto sul serio, se è vero che si presta a farsi vivisezionare dall'autore e reintrodurre in una cornice di suoni avvolgenti sotto forma di contributi concreti rigorosamente in lingua originale. Capita allora di ascoltare la Linda Blair posseduta de "L'ESORCISTA" accompagnata da una variazione strumentale sul tema del film - Linda for the devil -, le incursioni nella chanson medievale del brano dedicato alla "SALO'" di Pasolini - Il girone della merda -, il valzer al sintetizzatore del frammento ripreso da "CLOCKWORK ORANGE" - Alex is happy - o il ticchettio ossessivo che introduce lo scambio di battute rubato a "ASCENSEUR POUR L'ECHAFFAUD" di Louis Malle (La càge). “SOUNDTRACKS STORIES” non è soltanto musica ma un'esperienza di condivisione, non solo lo sghiribizzo di un artista singolare ma un vero e proprio tentativo di riappropriarsi di un background emozionale che deve al cinema la propria ragion d'essere. Una scelta che porta l'autore a riversare i propri sforzi in una formula affascinante ed difficilmente circoscrivibile nelle comuni gerarchie tipologiche. Fabrizio Zampighi |