Esce co-prodotto con l'eclettica label siciliana Snowdonia l'ultimo emozionante lavoro degli Aidoru formazione musicale-teatrale molto
particolare ed interessante, attiva da quasi una decina d¹anni dedita ad un certo spirito e modo di fare musica certamente poco consueto in bilico tra primigenie forme rock-noise ed un pizzico di indie-rock/post-rock/pop e attitudini sperimentali (i Karate e forse i DonCaballero più pop e minimali senza incursioni prog e un pizzico di new wave e di effetti elettronici e qualche marcetta) ed una musica d'atmosfera, e d¹impatto sonico variegato tra rock-pop in senso ampio filtrato a metà strada con il poetico ed un pop cantautorale/recitato/semi-acustico di impianto rock-pop (De Andrè, Quintorigo, Brusaschetto, Quarta Parete, Giardini di Mirò) con cui credo accompagna anche i suoi spettacoli teatrali in giro per l'Italia "13 piccoli singoli radiofonici" sono un insieme di belle atmosfere e variegate emozioni espresse in musica e nei belli e semplici testi quasi tutti cantati in italiano (eccetto "NothingInfinityReality" e "fas 3 bis") a tratti recitati/interpretati che provocano coinvolgimento ed emozioni. Tante le idee dei brani anche più brevi e minimali come in "io guardo spesso il cielo" (recitata da Mariangela Gualtieri), "giorni", "se dormi", "ossicine" da me preferiti, e il riuscito rifacimento di "preludio op.28 n.2" (addirittura di F. Chopin) e le cose da scoprire nelle semplici trame strumentali come l¹iniziale "90 la paura" o "ni-roku", come in "parole
porte parole ali
" in cui tra l'altro e presente un ospite d¹eccezione come John De Leo (l'ex fenomenale cantante dei Quintorigo) l'album termina con la quasi jazzistica e forse meno riuscita "se la parola amore". Nonostante
l'album duri oltre un'ora l'ascolto non stanca e non diviene pesante ma anzi con nuovi ascolti scopre altre sfumature.