La miscela di influenze ed esperienze produce un art rock stravagante, curioso, talvolta aggressivo, talaltra poetico e struggente. Suoni ficcanti e ossessivi, frequenze disturbanti, agli Aidoru piace anche sporcarsi di blues e volare verso l'acid rock. E' come se i Voivod e i Kraftwerk facessero una jam in compagnia di Daniele Brusaschetto e Radiohead... "90 - la paura" è un rock decadente e pachidermico, "Se dormi" lambisce la psichedelia e funky rock, "Parole porte parole ali" è un rock cadenzato che va incontro all'elettonica, "Phase-difference" un crescendo avvolgente e malinconico. In pezzi come "Nothinginfinityreality" e "Fas 3 bis" la band riesce a fondere dolcezza e rumore, in "Ossicine" traspare tutto l'attenzione per la dimensione teatrale, espressiva ma sempre sopra le righe. Interessanti anche i brevissimi brani di raccordo (penso ad "Angelo - gnomo" ma anche al giochino abrasivo di "Ni-roku"). Gli Aidoru hanno realizzato un album ispirato e piacevole, a tratti ancora acerbo e incompiuto. Eppure in questo disco c'è tutto, fuorchè "13 piccoli singoli radiofonici". (7) Donato Zoppo |