Gli Aidoru sono pieni di suggestioni da colonna sonora, ma l'archetipo cinematografico non è l'unica sonorità che percepiamo durante l'attento ascolto di "13 piccoli singoli radiofonici". Qua e là affiorano concrete schegge di Jazz e di musica elettronica… si confrontano con il 'mito' del cantautorato italiano e di rilevante importanza vantano un'esperienza concertistica con il Teatro Valdoca.
La costruzione dei pezzi è sopra la media standard italiana… un lungo viaggio nelle possibilità del pop/rock più fine e d'autore con una decisa strizzata d'occhio alle possibili sperimentazioni di spazi e forme nuove. In "nothing infinity reality" ascoltiamo della tenue elettronica in stile Notwist, in "ni-roku" un elettro-rock sparato degno dei migliori alfieri del genere ma un vero leit-motive del disco sicuramente è la grande ricerca e l'abbondante uso di filtri sulle voci e suoi cori, tradizione questa che ricorda da vicino vibrazioni più danzerecce (vedi Daft Punk, ma anche d'n'b e jungle).
Nonostante mezzo punto in più per gli intenti concettuali, che li portano a muoversi sempre su coordinate altamente personali, il risultato si classifica sulla stessa valida lunghezza d'onda di altre interessanti proposte quali Il generale inverno e Mariposa.
Un confortante punto di partenza per il rock italiano più sofisticato e d'autore.

Marcello Consonni