È innegabile come nel
titolo della nuova fatica discografica degli Aidoru ci sia una bella dose
di ironia, dal momento che tutto possono sembrare i tredici episodi in scaletta
tranne che classici singoli radiofonici. Non lo sono per lunghezza - talvolta superiore ai cinque minuti, talvolta inferiore al minuto -, non lo sono per forma ed ispirazione. Provate a mettere sul lettore un brano come Fas 3 bis e ditemi se vi sembra un motivetto da canticchiare mentre state cucinando. Sperimentate l'ascolto di Ossicine ed innalzatelo ad hit della prossima estate se ne avete il coraggio. Arduo, non trovate? L'ultimo Aidoru si dimostra disco dalle mille sfaccettature, diviso com'č tra accattivanti melodie ed esperienze rallentate, stretti cunicoli strumentali ed ampie stanze senza finestre. Un animale sonoro che difficilmente si fa catturare ad un primo ascolto e che pretende invece un processo di avvicinamento lento e complesso. Per meglio comprendere di cosa si tratta potremmo citare qualche nome noto, sperando che il gioco delle somiglianze ci aiuti in qualche maniera. Ecco allora salire alla ribalta quello dei Blonde Redhead in Nothing Infinity Reality o Phase Difference, di Robert Wyatt in Se La Parola Amore o Parole Porte Parole Ali, dei nostrani Subsonica in Giorni. Somiglianze che tuttavia, lasciano un pò il tempo che trovano, non identificando in maniera netta un suono in continua mutazione come quello degli Aidoru. La band organizza una riflessione totalizzante che prende in esame ritmiche accelerate e lentezze inquietanti, vocalizzi approssimativi e potenzialitą comunicative del silenzio, soppesando sapientemente ogni intervento strumentale ed ogni via di fuga verso l'improvvisazione. Il fine ultimo č arrivare ad una resa sonora ed emotiva funzionale al messaggio, in cui tutti gli elementi - persino un urlo femminile sgraziato - trovino una collocazione precisa a livello espressivo. Chitarre, percussioni, batteria, basso, tastiere, fisarmonica, campionamenti, elettronica, tromba: questi gli ingredienti principali della formula musicale degli Aidoru, una formula il cui fondamento risiede nella capacitą di partire da poche note per poi edificare sulle stesse strutture dallo sviluppo vario ed inaspettato. Spulciando tra i crediti del booklet troviamo alcuni contributi esterni interessanti, come quello di John De Leo dei Quintorigo e dell'autrice teatrale Mariangela Gualtieri. Mondi diversi che si intersecano con quello degli Aidoru sottolineandone l'apertura musicale e la spinta creativa. F.Z. |