Guarda decisamente ad Ovest Franco Di Terlizi. Valica gli oceani e attacca il jek della sua chitarra sulla costa Pacifica degli U.S.A., là dove si riesce a far rumore con poco, un'acustica, una dodici corde, un banjo campagnolo ed una batteria spolverata, più che percossa. Dagli States porta via l'adorabile spirito cantautoriale, pragmatismo che riesce a farsi poesia, una genuina attitudine pop-country e l'orrenda camicia sfoggiata in copertina; nasconde il tutto sotto il moniker da one man band, "The Finger", e licenzia questo "Sugar Plum Fairy" che riprende i precedenti lavori autoprodotti, Everyday Was Summer e There And Back Again. A episodi più schiettamente country come Alone In A Hole si affiancano deliziose ballate - lo-fi quanto basta - in middle time (The Alien And The Sea, Rollercoaster, There And Back Again), si affacciano coretti á la Byrds di Turn, Turn, Turn", in Song for P. e reminiscenze Grandaddy in "Circles". The Finger si muove sotto l'occhio benevolo di Will Oldham e snocciola quattordici pepite tra il trasognato ed il terreno, tra felicità contenuta e una tristezza che latita sfuggente in tutti i brani fino a palesarsi nella delicata Blue And Blue, gioiellino di malinconia sospeso tra armonica a bocca, arpeggi limpidi e un tappeto soffice di tastiera.
Immaginatevi un Good Morning Boy spogliato di naiveté e fascinazioni albioniche e trapiantato a Modesto, California; ho reso l'idea? "Sugar Plum Fairy" istiga ascolti ripetuti e puntualmente premia orecchie e cuore. Lascia sbigottiti tanta meravigliosa normalità. Resta l'inquietante interrogativo: che ci fa una personcina a modo come The Finger in casa Snowdonia?

Vince B. Lorusso