Snowdonia si conferma un paese (è un paese? Mi dà quell'idea lì) la cui cittadinanza si ottiene solo a condizione durissime: ma poi il "divertimento" è garantito e con quello l'immunità dalle delusioni.
I Dontcareful sono tra gli ultimi ammessi all'etichetta/paese, ma a questo riguardo ricordo che Geri fu inserita nelle Spice il giorno dopo la fine delle audizioni...

Andate sul sito. C'è una geniale sezione "aggettivi" che vi rimanda nientedimeno che al vocabolario De Mauro per spiegarvi bene di cosa stiamo parlando. Tutti questi aggettivi potremmo ripeterli pari pari per i Dontcareful.
E Lo farò: incoerenti, insofferenti, snob, pigri, luddisti, immorali, immortali, comunisti, anarchici, conservatori, infantili, superficiali, indolenti, pervicaci, distaccati, dilettanti, vendicativi, disordinati, nichilisti, violenti, maleducati, irragionevoli, autolesionisti.
Da verificare direi che c'è solo "comunisti" e per quanto riguarda "dilettanti" è vero almeno quanto a spiegarlo sono "snob" e "autolesionisti".

I due, Marco Ferrari e Nicola Zaroli, sono bravi a essere tutto il sopra citato sia nell'atteggiamento che nella musica. E si può tenere finalmente nel cassetto il mitico "per essere un disco italiano...", perché Linings è un disco e basta, anzi, sono almeno cinque o sei dischi: uno di electroclash che ne morde uno rock, che ne bastona uno techno, che ne mangia uno synth-pop che ne brucia uno industrial. Alla fiera dei Dontcareful.

Nel libretto delirante e virato verso il porno si citano Alan Sorrenti (il come è il bello...) e Venditti, mentre nel disco si sentono i NIN, i loro "fratelli chimici", le Chicks on Speed, l'immancabile Richard-D-James-Afx-Twin e un mancabile, ma c'è!, chitarrino alla Manu Chao...

E la cosa migliore è che questo è un disco che in fin dei conti non stupisce, non è una trovata, ma un lavoro a tutto tondo: entrateci, è ben fatto, e ben suonato, ed ha il giusto fascino del low cost unito a quello del "miracolo italiano".
Big shoulders (titoli e testi del disco sono sempre in inglese) è la traccia sette ma anche ciò serve per addentrarsi per bene in Linings; Keep 9 Seeds è un big beat techno invidiabile che convive con il Manu Chao libero da buonismo di I need lies e con la melodicità (?!) di Lawyers dont play bass e con il riff di Passing compexion dei Big Black.

Electronica molto rockettara, ansimi erotici, brani che bruciano e altri che fondono, aggressività, divertimento e, se esiste, nichilismo pop.

Alla fiera dei Dontcareful.
(4,5/5)

Umberto Ferrero