Siamo sempre sul punto di
celebrare il funerale artistico della Snowdonia iconoclasta che fu, e puntualmente
eccoci smentiti dal disco di turno che rimette in discussione tutte le nostre
bacate congetture. Una manciata di giorni dopo i deprecabili (già dal nome)
Scarapocchio, i timpani sorridono già di più con questo
bizzarro duo voce+suoni+"visions" (biografia dixit). Eccoli, Marco
Ferrari e Nicola Zaroli, in arte Dontcareful: con voce e sequencer e nient'altro
(a parte le già citate visioni), riescono a metter su in quattro e quattr'otto
un hardcore-techno che caotico come si potrebbe pensare non lo è affatto.
Non un capolavoro, intendiamoci, ma se credete che l'indie-rock italico sia infestato di perbenismo e seriosità, "Linings" fa per voi. Gli 11 brani si ascoltano in ordine, all'inverso, a casaccio, non importa. State comunque mandando affanculo un bel pò di cose che non vi stanno a genio nell'arco di una ordinaria giornata di studio o lavoro che sia. E potete pure ballarci, se la circostanza lo permette: penso a "Sessions Two" o a "Horses & Porn", due nel mucchio, forse non vi dicono niente, ma delle sfiatate Le Tigre neo-major vi soddisfano? Credete che senza punk-funk non si possa far altro che star seduti a bere e fumare? E vi dirò di più: Raggagravedigga, il brano più lungo, butta nella mischia anche un abbozzo di melodia retro-wave giusto per non darvi via libera nel dire di aver capito che tipi sono questi benedetti Dontcareful. Neanche io li ho capiti: ma ha rilevanza? Roberto Villani |