I Transgender sono un gruppo di cui in Italia dovremmo andare fieri. Non lo dico per piaggeria, ma perché ritengo degno di una stima superiore chiunque, nel panorama musicale italico fatto di cloni e di marionette, decida di tagliarsi i fili che legano al "burattinaio" e si rischi il tutto per tutto. Siamo ben lontani dagli Anni '70 in cui certe forme artistiche venivano lasciate libere di comunicare "alla massa" la propria complessa espressività. Sebbene il "sistema" sia (letteralmente) cambiato di brutto, l'attivismo artistico dei Transgender ci segnala che esiste ancora gente con la volontà di esprimersi in modo libero. Non contento, evidentemente, della propria indipendenza da vincoli, il cantante Lorenzo Esposito, per il secondo capitolo della vicenda Transgender, si è anche inventato una lingua ispirata ai dialetti balcanici. Questo al fine di ribadire la "totale" necessità di non appartenere a codici preimpostati. La musica del gruppo di Imola è caleidoscopio di contaminazioni che spaziano da coordinate vicine ai King Crimson anni '90 e 2000 e ai Pink Floyd più sperimentali, incrociando le radure creative dei dEUS e dei Tortoise (anche se con minore "sobrietà"), passando per i Radiohead di Kid A, i troppo a lungo dimenticati Cardiacs e i Mr. Bungle del geniale Mike Patton. Il primo brano (Dre oucantèlva) resta per me uno dei picchi dell'album fondendo in un perfetto equilibrismo le discipline soniche di Robert Fripp e i deliri di Roger Waters. Basta poi accedere al secondo brano Multìs per far emergere l'altra faccia dei Transgender, quella più vicina ai ritmi e alle sonorità delle feste popolari balcaniche, che affronta certi "materiali musicali" con tutti i crismi di un rock grottesco ma mai goliardico. È proprio in queste parti che la vicinanza agli stralunamenti dei Mr. Bungle di Disco volante si fanno più evidenti. Queste sonorità, arricchite con siparietti "circensi" e accenti klezmer, prendono vita anche in Craud. In Dernier jour (accompagnata da un recitato in francese) invece risuonano echi che ci era parso di ascoltare nei primi due dischi dei Tortoise. Dre foé continua nella direzione segnata proprio dal gruppo di Chicago ma accavalla un chiaro riferimento al Rober Wyatt più jazzy, compiendo la lodevole opera di fonder così l'effetto con la causa del movimento "post-rock". In Mantra poi si incontra la voce turbata del cantore/poeta della formazione più "post" d'Italia: Giovanni Lindo Ferretti (ex-CSI e oggi alla testa del manipolo PGR) dona corde vocali e testo a una canzone che deve aver percepito affine al proprio DNA. Interessante poi l'evoluzione noise di A crime memoir, che mi riporta alla mente sia i recentissimi King Crimson (ancora una volta) sia i Sonic Youth, ma in una vena di maggiore comunicabilità. Alla fine però risulta riduttivo il giornalistico gioco delle citazioni, perché è indubbio che il gruppo ha ancora molto da dire e che ha bisogno di apportare aggiustamenti di rotta per assestarsi su stilemi ancora più personali. Sen soj trumàs vive di una sua fiera disomogeneità e si compone di una serie di cocktail dove i vari ingredienti alcolici hanno perso la propria identità a favore di una multiformità. E così questa frammentazione (fraKctalization direbbe qualcuno...) risulta essere la forza e, al tempo stesso, il limite attuale dei Transgender. Spero che in futuro la band intraprenda separati progetti dedicati alle singole inclinazioni che innervano la propria ispirazione, cercando di approfondire maggiormente ciascuna delle molte anime che li contraddistingue. Poi, in tutta sincerità, devo dire che non ho trovato del tutto convincente la scelta de "la lingua inventa": non solo non l'ho recepita come punto di forza ma anzi credo tolga qualcosa a quel messaggio di indipendenza artistica che vorrebbe comunicare. È comunque innegabile che questo è e resta un disco prezioso, da assaporare in tutta libertà mentale, così come è stato composto. Vi lascio infine con il mistero delle 69 tracce che il vostro lettore CD segnerà, ma che consegnerà al vostro ascolto soltanto in numero di dieci...

Stefano Fasti